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La Grande Storia dei Cavalieri Templari

Creati per difendere la Terrasanta a seguito della Prima Crociata i Cavalieri Templari destano ancora molto interesse: scopriamo insieme chi erano e come vivevano i Cavalieri del Tempio

La Grande Leggenda dei Cavalieri della Tavola Rotonda

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mercoledì 31 gennaio 2018

"TEMPLARI: STORIA E LEGGENDA DEI CAVALIERI DEL TEMPIO" IN MOSTRA A VIGEVANO DAL 17 FEBBRAIO AL 6 MAGGIO 2018

Templari Storia e leggenda dei Cavalieri del Tempio - Vigevano
Templari: Storia e leggenda dei Cavalieri del Tempio è una mostra ideata e progettata dalla Fondazione DNArt di Milano, in collaborazione con l’Ente Nazionale IdeAzione e in collaborazione con il Comune di Vigevano Assessorato alla Cultura, sotto il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, di Regione Lombardia e sotto l’egida del Gran Priorato di Napoli e Sicilia - Centro Studi Melitensi.

La mostra curata dall’Accademico dei Lincei Prof. Cosimo Damiano Fonseca, attraverso l’esposizione di significativi reperti storico-artistici, si prefigge di illustrare il problema templare come eredità storica, partendo direttamente dal contesto di questa epoca chiaroscurale sulla quale il visitatore si possa muovere in un personale percorso di approfondimento e di scoperta.

Si tratta di un’esposizione unica nel suo genere per la portata del tema, per l’unicità di reperti che schiudono anche al più impreparato visitatore nuovi orizzonti di interpretazione storica. Attraverso l’esposizione di documenti, reperti storici la mostra illustra la nascita, lo sviluppo, la fine e l’eredità dell’Ordine, lungo il percorso di diverse tappe diacroniche e le gesta dei personaggi che ne hanno fatto la storia.

La mostra ha anche una finalità simbolica. I reperti che la illustrano - pur nella loro semplice bellezza estetica - racchiudono anche un complesso di simboli e di metafore che formano un’eredità ancora viva, nella cultura del nostro tempo. Lungo il percorso espositivo si snoda una storia - quella dei Templari - divenuta epopea, capace di illustrare molti aspetti della nostra storia contemporanea.

La nascita dell’Ordine del Tempio è, infatti, uno degli avvenimenti chiave della storia europea: la creazione di una forza, per la prima volta universalmente riconosciuta e riconoscibile, preposta alla difesa dei pellegrini, di un'idea di bene e di valori comuni e condivisi. La protezione dei deboli, la virtù e l’abnegazione al servizio del compimento del dovere, la subordinazione degli interessi particolari ad un concetto di bene universale, rappresentano le nuove parole d'ordine di una comunità del coraggio e della cavalleria. In forza della dimensione internazionale dei Templari e del loro porsi come ordine monastico-cavalleresco, questi valori rappresenteranno una delle prime forme “politiche” interpreti del concetto di dovere universale in ambito medioevale. I valori che ispirano la vita dei Templari e le loro imprese sfoceranno in tre diverse direzioni: si affaccia per la prima volta l’idea di unità e cooperazione internazionale in vista di un fine comune; nasce e si sviluppa una forma dell'economia capace di coordinare potere spirituale e temporale; la difesa militare di quella nascente identità territoriale disegnata dalla virtù dei Templari.

Particolare, all’interno della mostra, è il percorso didattico che attraverso l’utilizzo delle vivaci miniature medioevali sviluppa scenografie di pop-up illustrati che raccontano ai ragazzi i momenti salienti della storia dell’alto medioevo, delle crociate e dei pellegrini. Gli oggetti di uso religioso e cavalleresco, le cartografie, le time-line aiuteranno gli insegnanti a percorrere un periodo storico importante e affascinante ma altrettanto complesso che solo attraverso la visualizzazione diretta delle sue tracce sarà in grado di affascinare ed istruire.

Scheda Tecnica dell 'Evento

Templari: Storia e leggenda dei Cavalieri del Tempio

Sede: Castello Sforzesco di Vigevano
Biglietto: unico 5€

Orari:

Lunedì-Giovedì 10:00/18:30
Sabato-Domenica e Festivi 10:00-20:00
La biglietteria chiude un’ora prima

Servizi al pubblico su prenotazione
Visite guidate
Laboratori didattici per scuole di primo e secondo grado
Laboratorio officinale e botanico
Conferenze e incontri
La mostra aderisce all’ABBONAMENTO MUSEI LOMBARDIA
 
UfficioStampa:

Excalibur
Riccardo Mazzoni 335248994
info@excaliburmilano.it

Curatori:

Cosimo Damiano Fonseca
Simona Gavinelli
Elena Fontanella
 

lunedì 2 ottobre 2017

LA STORIA DEL TEMPLARI RACCONTATA A SAN BEVIGNATE - CICLO DI CONFERENZE 2017/2018

Chiesa di San Bevignate 2.JPG

San Bevignate è un complesso monumentale che, per le considerevoli dimensioni delle forme architettoniche e per il valore eccezionale delle testimonianze iconografiche di soggetto templare conservate al suo interno, è divenuto non soltanto elemento di attrazione per i visitatori, ma anche oggetto di rinnovati e proficui approfondimenti di taglio scientifico e didattico promossi dagli addetti ai lavori.

Ecco allora che l’interesse crescente nei confronti del patrimonio monumentale e artistico di committenza templare ha spinto il Comune di Perugia a organizzare, in collaborazione con il Dipartimento di Lettere, Lingue, Letterature e Civiltà antiche e moderne dell’Università di Perugia, un nuovo ciclo di conferenze, avvalendosi, come di consueto, della collaborazione di noti studiosi, italiani e stranieri, che, da vari ambiti disciplinari, si occupano dell’argomento.

Ai relatori è stato affidato, questa volta, il compito di illustrare momenti della storia della militia Templi e della sua presenza a Perugia – dapprima a San Giustino de Arno, poi a San Bevignate – attraverso una significativa serie di personaggi.

Bevignate, Raniero Fasani, frate Bonvicino, frate Giacomo da Montecucco, fino a giungere al vescovo Napoleone Comitoli, sono infatti tutte figure di protagonisti, templari e non, partecipi di una storia quanto mai affascinante che ha unito per secoli l’Ordine del Tempio, il complesso di San Bevignate e la città. Ideazione e coordinamento scientifico: Sonia Merli e Mirko Santanicchia.

Foto tratta da Wikipedia, Autore: Bibopg79

Nessun testo alternativo automatico disponibile.

sabato 19 settembre 2015

SULLE TRACCE DEI TEMPLARI NEL TERRITORIO ARNATE - ITINERARIO GUIDATO - DOMENICA 4 OTTOBRE 2015



La città di Perugia e il suo territorio hanno la fortuna di conservare testimonianze autentiche e di grande fascino dell’insediamento dell’Ordine del Tempio, avvenuto in due fasi nel corso del Duecento per volontà di Gregorio IX e del potente cubiculario papale Bonvicino. Grazie alla creazione da parte del Comune di Perugia di un itinerario tematico volto a valorizzare le tracce straordinariamente ben conservate della secolare presenza templare-gerosolimitana nel Territorio Arnate, nell’ambito delle iniziative promosse dal Festival del Medioevo sarà possibile visitare la commenda di San Giustino, la pieve di Santa Maria di Ripa e il complesso templare di San Bevignate. La visita avrà luogo domenica 4 ottobre e sarà guidata da Sonia Merli e Nadia Bagnarini.
Grazie alla cortese collaborazione del Sovrano Ordine di Malta e della Associazione Culturale “P. Federici” di Ripa, dopo la prima tappa è previsto un coffee break. La partenza da Gubbio è fissata alle ore 8.30; il rientro è previsto per le ore 13.00. Costo di partecipazione a persona: 5 euro.

martedì 5 maggio 2015

IL "TURISMO DELLA MEMORIA" - I TEMPLARI RIVIVONO A CAGGIANO


Il “Turismo della Memoria” è stato uno dei comparti del settore turistico di maggiore successo che si basa su un principio molto semplice ed efficace: dopo aver adeguatamente studiato ed analizzato una determinata area, si sviluppano tutte quelle attività atte a trasformare il patrimonio (che è di tutti) in risorsa (che porta ricchezza sul territorio). Proprio in quest’ ottica di grande sviluppo culturale e turistico, il comune di Caggiano, in provincia di Salerno, ha sviluppato un interessante format turistico che vuole promuovere il territorio attraverso la valorizzazione sia del patrimonio materiale che immateriale in modo da riscoprire gli antichi borghi, castelli, e sentieri percorsi da migliaia di pellegrini, papi, imperatori, e mercanti. L’idea è quello di creare un turismo consapevole, che sia in grado di instillare nel visitatore forte emozioni calandosi in un’ atmosfera di altri tempi.

L’Ordine dei Cavalieri Templari Internazionali S.C.M.O.T.H. 1804 OSMTJ ha deciso di conferire al sindaco della città di Gaggiano dott. Giovanni Caggiano il titolo di Cavaliere Templare Onorario vista l’attività meritoria dell’intero Comune di Caggiano nel promuovere la storia e il mito dei Cavalieri Templari. La cerimonia si terrà sabato 16 Maggio 2015 presso il Castello Normanno del Guiscardo, proprio nel cuore del suggestivo borgo medievale di Caggiano e sarà possibile trascorrere un piacevole weekend in un itinerario turistico culturale nella Campania da scoprire (da visitare: Certosa di San Lorenzo in Padula,  Borgo medievale città Museo di Teggiano, Grotte dell'Angelo di Pertosa ed Auletta, Battistero Paleocristiano di San Giovanni in Fonte Padula, Antica Commanderia dei Cavalieri Templari).

Per maggiori informazioni e notizie su Caggiano Città dei Templari si rimanda al sito dell’ordine www.cavalieritemplariinternazionali.org.


             Emiliano Amici
              Amministratore di Sguardo Sul Medioevo
 



mercoledì 29 aprile 2015

CAGGIANO - CITTA' DEI TEMPLARI


Negli ultimi anni, uno dei comparti di maggior successo del settore turistico è certamente rappresentato dal cosiddetto "Turismo della Memoria". Questo fenomeno si basa su un principio semplice ma molto efficace: dopo aver analizzato e adeguatamente salvaguardato il patrimonio storico presente in una specifica area, è necessario sviluppare una politica del turismo che, operando secondo gli standard di qualità richiesti dall'utente, promuove la trasformazione di tale patrimonio (che per definizione è un costo per la collettività) in risorsa (che per definizione apporta ricchezza sul territorio). L'amministrazione comunale di Caggiano in provincia di Salerno ha sviluppato un format turistico volto a promuovere il proprio territorio attraverso la valorizzazione del suo patrimonio materiale e immateriale: per riscoprire gli antichi itinerari, tra castelli, borghi e sentieri storicamente percorsi da pellegrini, imperatori, papi, soldati, mercanti ... un turismo consapevole, per un’esperienza dal forte impatto emotivo. Pertanto, il nostro ordine dei Cavalieri Templari Internazionali S.C.M.O.T.H. 1804 OSMTJ , vista l'attività meritoria dell'amministrazione comunale di Caggiano nel promuovere e valorizzare la storia e il mito dei Cavalieri Templari, ha deciso di riconoscere al Dot. Giovanni Caggiano Sindaco del Comune Di Caggiano, il titolo di Cavaliere Templare Onorario, che le verrà consegnato in una pubblica cerimonia da tenersi nel mese di Maggio presso il Castello Normanno del Guiscardo, nel borgo medievale di Caggiano. Vi faremo sapere successivamente inviandovi l'invito della cerimonia, la data e l'orario di esecuzione della stessa invitando tutti i fratelli, Dame e Cavalieri Templari presenti sul territorio nazionale ed internazionale a partecipare approfittando con l'occasione di trascorrere un piacevole weekend in un itineriario turistico culturale nella Campania da scoprire (da visitare: Certosa di San Lorenzo in Padula,  Borgo medievale città Museo di Teggiano, Grotte dell'Angelo di Pertosa ed Auletta, Battistero Paleocristiano di San Giovanni in Fonte Padula, Antica Commanderia dei Cavalieri Templari).
Per ulteriori informazioni e notizie su Caggiano città dei Templari consultare il sito www.cavalieritemplariinternazionali.org .

martedì 9 dicembre 2014

"RIVIVERE LA STORIA DEI CAVALIERI TEMPLARI NEL BORGO MEDIEVALE DI CAGGIANO" - SABATO 13 DICEMBRE 2014 ORE 18.00




Rivivere la Storia dei Cavalieri Templari
nel borgo medievale di Caggiano
Sabato 13 dicembre - Castello Normanno del Guiscardo - Caggiano

“Rivivere la storia dei Cavalieri Templari nel Borgo Medioevale di Caggiano” è il titolo del progetto che sarà presentato sabato 13 dicembre 2014 alle ore  sedici presso il Castello Normanno del Guiscardo a Caggiano. Prima delle conclusioni, affidate a Pasquale Sommese in qualità di assessore regionale al Turismo e ai Beni Culturali,  interverranno Giovanni Caggiano, sindaco del Comune di Caggiano, Francesco Casalapro, consigliere del Comune di Caggiano delegato alla Cultura e al turismo, Antonio Calandriello, presidente Bcc Sassano, e  Giuseppe Canfora, presidente  Provincia di Salerno. Il  progetto inizierà ad essere operativo dal 13 dicembre 2014 prevedendo, durante l’anno 2015, una serie di eventi ed iniziative che saranno finalizzate alla promozione del turismo culturale e alla valorizzazione dei prodotti dell’agro alimentare salernitano e dell’artigianato artistico. Verranno organizzate rievocazioni e ricostruzioni storiche che faranno riferimento al periodo in cui i Templari hanno vissuto sul territorio di Caggiano. Inoltre, saranno organizzati in modo programmatico weekend culturali per canalizzare gruppi turistici in collaborazione con tour operator e agenzie di viaggi che operano sul territorio nazionale ed europeo. Potrà così rivivere  la storia dei Cavalieri Templari nel borgo medievale di Caggiano con una mostra tematica e quadri viventi tipici del tredicesimo secolo, un’epoca di splendore e di vicissitudini anche traumatiche per gli aspetti socio-economici del medioevo. Tale scelta è motivata soprattutto dal fatto che si intende dare spessore culturale alle vicende storiche che hanno interessato Caggiano durante il periodo compreso tra il tardo normanno e il primo angioino, passando per quello svevo. quest’ultimo oggetto di trattazione.


lunedì 13 ottobre 2014

TOMBA BARTOCCINI: UN VIAGGIO TRA ETRUSCHI E TEMPLARI

tomba-bartoccini

La Tomba Bartoccini è stata restituita al mondo dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria meridionale dopo ben dieci anni di lavoro nella zona della necropoli di Monterozzi dove una volta sorgeva Tarquinia. La necropoli è composta di duecento tombe con ricchi decori che rappresentano la vita degli abitanti di Tarquinia. La Tomba Bartoccini è particolarmente interessante anche per la tipica decorazione "ad arazzo" del soffitto e per la presenza di una sala con un dipinto a scacchiera bianco e rosso, gli stessi dei Cavalieri Templari che, probabilmente, in questa tomba cempivano i famosissimi e controversi riti iniziali. Dal 14 ottobre 2014 alla presenza del Sottosegretario Ilaria Borletti Buitoni, del Soprintendente per l’Etruria meridionale Alfonsina Russo Tagliente e del Sindaco di Tarquinia Mauro Mazzola, la Tomba sarà inserita nel percorso di visita della necropoli che permetterà al visitatore di immedesimarsi nell'atmosfera anche grazie a video che raccontano il lungo percorso di restauro.


mercoledì 18 settembre 2013

LOUIS CHARPENTIER "I MISTERI DELLA CATTEDRALE DI CHARTRES"

All'interno della cattedrale di Chartres, nella navata laterale ovest del transetto sud, c'è una pietra rettangolare, incastrata di sbieco nelle altre lastre, la cui bianchezza risalta nettamente sulla generale tinta grigia del lastricato. Questa pietra è contrassegnata da un risalto di metallo brillante, leggermente dorato. Ogni anno, il 21 giugno, quando il sole splende, cosa che generalmente avviene in quell'epoca, un raggio, proprio a mezzogiorno, viene a colpire questa pietra bianca; un raggio che penetra da uno spazio praticato nella vetrata detta di Saint-Apollinaire, la prima del muro ovest di questo transetto. Questa particolarità è segnalata da tutte le guide ed accettata come una bizzarrìa, un divertimento del lastricatore, del vetraio o del costruttore...Trovandomi per caso a Chartres un 21 giugno, ho voluto «vedere il fatto» come una curiosità del luogo. Secondo il mio parere il mezzogiorno locale doveva situarsi tra l'una meno un quarto e l'una meno cinque dei nostri orologi... E fu effettivamente in quel momento che il punto luminoso venne a colpire la lastra. Un raggio di sole che, filtrato nella penombra, produce una macchia sull'impiantito: che c'è di così sorprendente? Sono cose che si vedono tutti i giorni... Tuttavia non potevo liberarmi da uno strano senso di incertezza. Qualcuno una volta si era preso la pena di lasciare uno spazio vuoto, un piccolissimo spazio vuoto, nella vetrata... Qualcun altro, contemporaneamente, si era preso la pena di scegliere una lastra speciale, una lastra diversa da quelle che costituiscono il pavimento di Chartres, più bianca, affinché fosse notata. Si era preso la pena di tagliare di sbieco, nella pavimentazione, un posto pari alla sua dimensione, dove poterla inserire; si era preso la pena di forarla per fissarvi quel risalto di metallo di tinta leggermente dorata: un risalto che non indicava né il centro della lastra né uno dei suoi assi. Era qualcosa di più di un divertimento di lastricatore: un lastricatore non fa un buco in una vetrata per illuminare, qualche giorno all'anno, una pietra...Nemmeno un vetraio trasforma un lastricato per mettere in evidenza la dimenticanza di una particella di vetro nella vetrata che ha appena posto... Una volontà concertata aveva ordinato questo insieme. Lastricatore e vetraio avevano obbedito ad un ordine. E quest'ordine era stato dato in funzione di un tempo determinato: il solo periodo dell'anno in cui il raggio del sole può colpire la lastra è il solstizio d'estate, quando il sole raggiunge l'apice della sua corsa verso il Nord. L'ordine era stato dato, perciò, da un astronomo. E quest'ordine era stato dato in funzione di un luogo specifico: la pietra è situata nel prolungamento del muro sud della nava- ta in mezzo alla navata laterale del transetto - ma non esattamente in centro - e l'inclinazione della pietra, evidentemente, era stata voluta; il luogo era stato scelto da un geometra.
Quando questo giochetto del «sole sulla lastra» nel solstizio d'estate si produce in una delle cattedrali più celebri dell'Occidente, in uno dei luoghi più rinomati di Francia, l'idea dell'enigma subentra nell'animo di chiunque. Subentrò anche in me. Che cos'era questo fatto che s'allontanava dalla «giusta dottrina» del catechismo, dalla teologia o dalla Leggenda dorata? Qual era questo avvertimento? E improvvisamente tutto mi sembrò pieno di mistero. La cattedrale assumeva un aspetto che le era personale e che mi sfuggiva senza tuttavia essermi estraneo. Tutto mi fu contemporaneamente, improvvisamente, estraneo e familiare. Questa volta che io, in un certo qual modo, sentivo strutturata sulla mia persona, si innalzava più alta di una casa di dodici piani; questo monumento, all'apparenza così rapidamente esplorabile avrebbe potuto contenere uno stadio; per cingere questi pilastri così ben proporzionati da essere familiari, sarebbero stati necessari quattro uomini con le braccia aperte... E niente, in tutto questo, che sia oltre le possibilità umane, niente che non sia in grado di fare l'uomo... Che cosa strana! Tutto diventava mistero ma com'era lontana ormai quell'impressione di disagio che mi aveva invaso sulla soglia del tempio di Edfou i cui piloni colossali respingono, come per allontanarvi da un mondo in cui l'uomo non ha posto. Qui, invece... persino la penombra era incantata da luci splendenti. Ogni cosa portava in sé il suo contrario: l'immensità era ospitale; l'altezza invece di schiacciare, ingrandiva. Sebbene il sole volgesse verso il mezzogiorno, era la rosa del Nord che risplendeva di mille luci. Le alte figure di Sant'Anna dal viso nero, con il Giglio e la Vergine, di Salomone e di Davide, di Melchisedech e di Aronne, sebbene immobili, vivevano di luce; sebbene ieratici, erano familiari come immagini dell'infanzia... e tuttavia la scienza delle linee e quella dei colori allontanavano ogni idea di ingenuità. Qual era dunque questa magia che mi sentivo così vicino a capire? Questo incantesimo il cui segreto stava per essermi rivelato, immediatamente, là, vicino a quella pietra, dove il sole aveva per un istante posato la sua immagine rotonda? Ci fu un attimo, lo spazio di un baleno, in cui credetti di «afferrare» Chartres e i suoi misteri, quello delle sue pietre e quello delle sue gemme splendenti...Solo Chartres era riuscita ad attrarmi. Le porte non si aprono senza chiave, né senza sesamo. Bisognava cercare le chiavi.
È difficile precisare a partire da quale momento la ricerca diventa un vizio, come accade agli amatori delle parole incrociate; ma il fatto è che io avevo messo il dito nell'ingranaggio e tutto fu una conseguenza; dallo studio di opere specializzate in rilevamenti di piani, alla formulazione di tesi presto destituite di fondamento nella comparazione delle date, da momenti d'entusiasmo a quelli di scoraggiamento, mi sono trovato immerso, a volte sino a soffocare, in un'inchiesta che risaliva dal tempo passato agli spazi presenti... Sarebbe tedioso descrivere i tortuosi cammini che ho percorso durante questa ricerca; tedioso come le ore passate sulla tavola dei logaritmi che pensavo di aver definitivamente chiuso al tempo dei miei studi liceali. Consegno oggi il risultato di questa ricerca con la speranza che possa interessare qualcuno dei miei contemporanei.
Per la maggior parte delle persone, il mistero non consiste che nell'inconsueto. Chi potrebbe meravigliarsi di ciò che vede ogni giorno? Gli abitanti delle rive del Nilo non trovano alcun mistero nelle centinaia di piramidi che costeggiano il loro fiume. Hanno detto loro che si trattava di tombe e questa spiegazione è per loro sufficiente. La cattedrale di Chartres non è per i visitatori che un monumento gotico in mezzo ad altri monumenti gotici... Meno misterioso di tanti altri perché non contiene nessuno di quei medaglioni o immagini di cui l'Adepto Fulcanelli ha così dottamente rivelato i segreti alchimistici. Tuttavia quanti misteri! Tanto più difficili da chiarire in quanto tra gli uomini di quei tempi e noi c'è stata una rottura che ha fatto precipitare tutta una forma di civiltà; che ha fatto scoppiare quella che era una civiltà in pulviscoli, in particelle di individualità.
Malgrado gli ingannevoli spazi di tempo, la distanza tra i costruttori di cattedrali e gli uomini del Rinascimento è maggiore che tra questi ultimi e noi. La maggior parte dei misteri della cattedrale di Chartres, sono misteri solo per noi, uomini del XX secolo, che abbiamo. riguardo agli uomini di un tempo, solo delle opinioni scolasticamente prefabbricate. Prendendo in considerazione anche solo l'arte gotica, questa pone un enigma al quale non è mai stata data nessuna risposta. Sappiamo tutto delle origini del romanico; se ne segue lo svolgimento di monumento in monumento e di periodo in periodo. Ma il gotico è sempre sfuggito ai tentativi di fissarne l'origine. Il problema della sua periodizzazione storica rimane irrisolto. Esso si presenta improvvisamente, senza elementi premonitori, verso il 1130, e nel giro di qualche anno, raggiunge il suo apogeo, completo e totale, senza prove né tradizioni...E lo straordinario è che si trovano, improvvisamente, maestri di bottega, artigiani, costruttori, in numero sufficiente, per intraprendere, in meno di cento anni, più di ottanta immensi monumenti. Gli storici sono persone sorprendenti. A volte si ha l'impressione che non si pongano domande. Forse è perché la loro formazione è romantica. Vi sono pochissime persone, infatti capaci di sbarazzarsi dall'idea romantica che l'«Arte» è una cosa a sé oppure che l'Arte debba essere l'espressione della personalità di un uomo, ed unicamente l'espressione di questa personalità... Questo dà un certo piacere ai fabbricanti di opere d'arte, e più ancora ai trafficanti di opere d'arte. A questa stregua il gotico è ricondotto al rango di una semplice moda... Si faceva del gotico perché era di moda, come si era fatto del romanico perché era di moda. Tuttavia, coloro che costruirono Chartres non pensavano certamente ad animare con uno slancio verticale, il paesaggio orizzontale della Beauce. Non avevano, nel modo più assoluto, il nostro attuale concetto di «Arte». Non avrebbero certo iniziato a costruire una cattedrale se non l'avessero giudicata «utile» e sarebbe strano che non l'avessero concepita in maniera decisamente «razionale» ... Tutto ciò che noi non comprendiamo, che ci sembra misterioso, o che prendiamo per estro di un architetto o di un fabbricante di immagini, tutto ciò ha una sua ragione d'essere; una ragione d'essere eminentemente utilitaria, anche se non riusciamo a renderci conto con precisione quale fosse questa utilità. Non è certamente per un motivo casuale, anche se artistico, che la chiesa è situata là dove si trova, non è certo un caso se ha un'orientazione inconsueta alle chiese cattoliche: la forma della sua ogiva, la sua larghezza, la sua lunghezza, la sua altezza non sono il risultato delle riflessioni di un esteta...In altre parole, i rapporti di lunghezza, larghezza, altezza, della cattedrale, non sono stati scelti per «renderla graziosa», ma perché sono il risultato di una necessità alla quale i costruttori non potevano sottrarsi; necessità, potremo dire, oggettiva. Parimenti, l'ogiva deriva da una necessità che è l'altra parte più fisiologica che architettonica e queste famose vetrate che non si è mai potuto né analizzare né riprodurre, e che hanno, inondate di luce, proprietà così straordinarie, sono state concepite in questo modo per necessità... Tutto è stato collocato per agire sull'uomo, sugli uomini; tutto, sino al minimo particolare; sino a questo labirinto attualmente invaso di sedie; sino a questa lastra illuminata dal sole di mezzogiorno del solstizio di Saint-Jean-d'Eté...E poi c'è un altro aspetto della questione al quale generalmente non si pensa. Ed è che tutte queste cose, dalle fondamenta ai minimi particolari, sono state realizzate da persone che sapevano quel che facevano... E mistero si aggiunge a mistero perché si ignora chi fossero queste persone, e donde provenisse la loro scienza...E questa scienza era molto grande. Notre-Dame ha settecento anni; essa ha subito, con gli ineluttabili danni provocati dal tempo, almeno un gravissimo incendio e, tuttavia, non ha mai avuto bisogno di essere consolidata, puntellata, restaurata, tranne in qualche piccolo dettaglio... E questi straordinari architetti che la progettarono, questi costruttori che la edificarono, noi in realtà non li conosciamo. Li conosciamo così poco che a volte ci si può chiedere se il mistero non sia stato creato attorno ad essi per qualche ragione d'interesse politico o per qualche altro motivo; se questo mistero non sia stato voluto fin dall'origine, come per sottrarli ad ogni inchiesta o... inquisizione. Tralascio, per il valore che ha, la spiegazione semplicistica che tutto ciò non ha altra fonte che la Fede. La Fede solleva, forse, le montagne, e queste persone, indubbiamente avevano la fede, ma ci vuole altro per equilibrare la più larga volta gotica conosciuta (ed anche una delle più alte): è necessario avere anche delle conoscenze scientifiche. Allora sorge un nuovo mistero. Donde proveniva questa scienza? Ci rappresentano sempre il Medio Evo come un'epoca oscurantista, ma c'è molto di falso in questa affermazione... È l'epoca della crociata contro gli Albigesi, è l'epoca della nascita dell'inquisizione domenicana, è l'epoca dei roghi...Come conciliare tutto questo? Cluny si spiega con i suoi monaci saggi... Ma non Chartres, Amiens, o Sens, o Reims, che non hanno nulla di monacale, che sono templi popolari, costruiti per il popolo, e da laici, cioè da persone appartenenti a questo popolo «ignorante»...Ma in che modo questo popolo ignorante è riuscito a fornire la quantità di carpentieri, di muratori, di tagliapietre, di «fabbricanti di immagini» - così sapienti - necessari per costruire questi immensi «vasi di pietra»? Bisogna ricordare che, solo nella Francia del Nord, al tempo in cui si costruiva Chartres, vi erano quasi venti cattedrali in costruzione, della stessa importanza... E quante chiese minori! Tutte fatte a mano, oserei dire, aventi come solo motore il muscolo umano che mette in azione la mano umana... E bisogna anche pensare che tutta la Francia non doveva avere più di quindici milioni di abitanti... Allora sorge un altro mistero, quello del finanziamento. Nonostante tutta la loro fede, gli operai non lavoravano senza essere pagati... E tutti gli storici sono concordi nel dire che il popolo era povero; cosa che certamente è vera. Allora. donde viene il denaro? Donatori? I loro nomi sono scritti sui registri. Essi donano chi un altare, chi una pala, chi una vetrata. Bazzecole, in confronto all'opera nel suo complesso. Vi sono le questue, ben inteso; a volte delle imposte sui mercati; per Chartres: i pellegrini. Ma i pellegrini non hanno con sé gran quantità di denaro. E ancora il mercato di una piccola borgata non doveva avere una grandissima importanza...Allora bisogna cercare di ragionare logicamente, almeno nelle cose che sono accessibili alla logica umana. Che questa fioritura di cattedrali sia stata voluta e che sia stata voluta da un «organismo» che aveva la scienza necessaria per costruirle, che aveva a disposizione costruttori competenti, che aveva i mezzi per finanziare questi costruttori. Infine, ultima evidente condizione, essi dovevano essere religiosi... Ma il clero secolare, vescovi, canonici, preti, non avevano né la sufficiente esperienza né, ad eccezione delle grandi metropoli, i mezzi per attuare ciò. Solo i grandi Ordini monacali, soprattutto quello benedettino e cistercense, possedevano insieme i mezzi e costruttori; ma riservavano queste forze per le loro abbazie. Né i monaci di Cluny né quelli di Citêaux hanno costruito Chartres... Da un mistero ricadiamo in un altro. E un altro ancora: perché questa chiesa magnifica, immensa, fu costruita in quella borgata che era Chartres? Una chiesa per la cui costruzione furono mobilitati, non possiamo dubitarne, i migliori tra i più abili maestri di bottega, muratori, tagliatori di pietra, scultori, carpentieri.
Chartres sarebbe dunque un luogo privilegiato?

Immagine tratta da Wikipedia, Autore Andreas F. Borchert


martedì 10 settembre 2013

LA LEGGENDA DELL'ISOLA TEMPLARE COELLERIA

La piccola isola Coelleira (solo due Km di diametro ma con una fonte di acqua potabile) si trova nella Spagna nord-occidentale, di fronte alla Punta do Embarcadoiro, a circa 500 metri dalla costa.
Oggi l'isola , oltre ad essere popolata dai conigli ai quali deve il nome, è il paradiso dei gabbiani (se ne contano 25 specie diverse) e costituisce un punto di transito verso l'Africa per molti uccelli migratori che arrivano fin dalla Groenlandia. Un tempo però la sua fama era dovuta alla presenza dell'antico monastero di San Miguel de la Coelleira. Da lì i monaci, su piccole imbarcazioni di pelle, raggiungevano il villaggio di Vivero (Lugo) per celebrare messa nella cappella che sarebbe diventata successivamente la prima chiesa dei frati francescani. Sono solo pochi anni che l'isola risulta totalmente disabitata, da quando l'ultimo guardiano del faro l'ha abbandonata. Dicono che il luogo possedesse ottime condizioni per l'agricoltura e ci sono persone che ricordano ancora l'eccellente grano che li vi era coltivato e l'eccezionale candore della sua farina. Nelle sue distese erbose spazzate dal vento si dice inoltre vi cresca una pianta chiamata “l'erba della fertilità”. Secondo alcuni storici il monastero di San Miguel fu fondato agli inizi del V secolo dal vescovo Consentius; per altri invece la costruzione risalirebbe al regno di Leovigildo (573-586), quando la feroce persecuzione contro i cristiani spinse diversi monaci di San Claudio de Leon a trovare rifugio e costruire case religiose in varie isole della Galizia. Documenti dell'XI secolo mostrano che Vimara Menéndez, con l'intermediazione del vescovo Gonzalo, fece una donazione nel 1095 al monastero di San Miguel de Quonicularia (ora Coelleira), conferendogli la terza parte della chiesa di San Julián de Loiva. Il monastero era una costruzione semplice di carattere tutt'altro che monumentale e mancava di tutte le comodità. Dopo molti avvenimenti questo monastero passò ad essere dimora dei Cavalieri del Tempio, o Templari, ordine militare e religioso fondato all'inizio del XII secolo da Ugo de Payns, il cui scopo originario era quello di prendersi cura della sicurezza delle vie di pellegrinaggio e difendere dai predoni saraceni coloro che si recavano ai Luoghi Santi. Si ritiene che il motivo che ha portato i Templari a stabilirsi nel monastero di San Miguel de la Coelleira possa essere dovuto alla crudele persecuzione subita ad opera del re di Francia, Filippo il Bello. Si ignora anche la ragione della loro successiva scomparsa dal luogo anni dopo, anche se Garcia Dóriga afferma che "una notte si sentì il rintocco della campana del monastero e diversi carnefici senza cuore cominciarono a sgozzare i monaci che subirono il martirio con coraggio e rassegnazione."
C'è una leggenda che racconta come da questo massacro si fosse salvato uno dei 36 monaci-guerrieri che si trovavano nell'isola il quale, a nuoto, riuscì a raggiungere l'antistante spiaggia di Xilloi e si rifugiò a Vicedo in una casa nel quartiere di Baltar, assumendo poi abiti civili. La costruzione venne da allora denominata “Casa do Paisano”. Il legame con i Templari lo si ritrova anche nella storia della nascita della stessa Vicedo: si racconta che furono questi monaci guerrieri a portare alla chiesa di San Romano di Valle l'effige di San Esteban, avvenimento in seguito al quale venne creata la parrocchia di San Esteban del Valle (attualmente Vicedo) e il santo nominato suo patrono. Un'altra versione dice invece che in una notte di grande tempesta l'immagine del santo apparve nella spiaggia di Xilloi, venne collocata su un carro di buoi che si mossero fino al luogo dove venne poi costruita la chiesa di San Esteban. Sempre Garcia Dóriga scrive anni dopo, "… sulle rive del poetico Landro, un nobile appartenente alla famiglia illustre di Bernaldo de Quirós, signore di tutte quelle zone, e sotto il cui governo si era compiuto il massacro dei monaci della suddetta isola." E la tradizione vuole che, forse per scaricare la coscienza dal peso del crimine, il signore abbia ordinato di scrivere questa clausola nel suo testamento: "Lascio trentasei masse per il bene delle anime dei trentasei frati che, per ordine del re (Filippo il Bello) ho comandato di uccidere nell'Isola Coelleira.
Nel 1489 il vescovo Fabrique de Guzmán unì questo monastero a quello di San Martín de Mondoñedo e, nel secolo XVI in un atto del Consiglio di Mondoñedo, compare il nome Coelleira, legato all'abbondanza di conigli presenti sull'isola. Nei secoli successivi il destino dell'isola fu di essere data in locazione a diversi signori, commercianti e pescatori perdendo progressivamente di importanza finché nel secolo scorso fu adibita al posizionamento di un faro nella sua parte più alta per segnalare l'estuario di Vicedo.

Articolo di Isabel Giustiniani del sito http://www.isabelgiustiniani.com

sabato 8 giugno 2013

10 ITINERARI TEMPLARI IN ITALIA

Attorno ai Templari sono nate mille leggende collegate al Sacro Graal e legate ad alcuni luoghi simbolici. Gli ultimi templari furono condannati come eretici. Ecco dieci luoghi in Italia dove pare si riunissero e detenessero il loro potere. Questo elenco redatto dal giornale Libero è sicuramente estremamente incompleto, nella sola Narni c'è un altro esempio di chiesa templare, per non dimenticare Roma e altri posti...ma senza dubbio sono luoghi un po' insoliti, interessanti da visitare e sicuramente oggetto di studio!

Castelmezzano (in provincia di Potenza), l'intero borgo
Borgo arroccato tra le alte guglie delle Dolomiti Lucane, la città era magione templare, sono molti i simboli che ne testimoniano la presenza: lo stemma del Paese con un cavallo nero montato da due cavallieri.

Narni (Terni), la Chiesa di Santa Prudenziana
Inconfondibili segni all'ingresso della Chiesa, coi suoi 30 metri di campanile. E' un simbolo della storia templare la finestra a forma di croce maltese: d'estate uno strano fenomeno permette alla luce di entrare da questa apertura e inondare di rosso "sangue" le navate.

Castel del Monte, nel comune di Andria
Un edificio costruito per finalità di pace, tutto costruito sull base del numero otto, i "sacri" cavallieri erano padroni di tutta la Puglia come dimostrano le numerose testimonianze dal Foggiano al Leccese.

Varano de' Melegari (Parma)
Molte leggende parlano della storia del battistero ottagonale della Pieve: dal culto di Diana al passaggio dei Cavalieri Templari.

Camerano (in provincia di Ancona)
Nella Grotta Trionfi è presente un tempietto con pianta circolare nove nicchie e un sedile indicato come lo "scranno del Magister".

Castello della Rotta a Moncalieri (Torino)
La rocca è non soltanto infestata dai fantasmi ma luogo templare: posseduta dall'Ordine intorno al 1100, pare custodisca le vestigia di un cavalliere crociato col suo cavallo, che si è fatto lì seppellire perché la sua amata era stata buttata dalla torre da un principe geloso.

Grotte di Osimo (Ancona)
Il sottosuolo della città è percorso da una fitta rete di cunicoli e ambienti sotterranei scavati a più livelli, che fanno di questo posto un luogo di misteri. Vi era il più antico stanziamento templare in San Filippo de Plano, dal 1167 al 1317.

Castello della Magione di Poggibonsi (Siena)
Appartenne inizialmente ai Cavalieri templari, la costruzione è costituita da un'antica chiesa e da uno "spedale" per i pellegrini in transito sulla via Francigena.

Ruvo di Puglia (Bari)
All'inizio del 1200 si ebbe la costituzione di un nuovo insediamento templare a Ruvo di Puglia, presso la chiesa di Santa Maria di Calentano.

Maratea (Potenza), la Chiesa di San Vito
Non abbiamo prove documentate che i cavalieri Templari abbiamo avuto sede nell'antica Chiesa di San Vito, ma hanno lasciato alcune simbologie caratteristiche proprio dai cavalieri. In fronte all’altare è presente una croce fiorata, contornata da rose distribuite in maniera decorativa. La rosa è un simbolo che ricordiamo essere molto amato dai Templari.

giovedì 11 aprile 2013

GRAFFITI TEMPLARI A SFONDO SESSUALE IN UNA GROTTA DI TARQUINIA

E' stata recentemente scoperta a Tarquinia, pochi chilometri a Nord di Roma, una necropoli etrusca ricca di graffiti che rimanderebbero inequivocablemnte ai cavalieri templari e "OTEM" e uno di essi. Il lavoro è stato condotto dal prof. di Paleografia di Chieti che maertedì 19 febbraio ha anticipato i risultati della sua ricerca con un libro dal titolo “Graffiti templari. Strutture e simboli medievali in una tomba etrusca a Tarquinia” (casa editrice Viella) aquistabile alla fine del post. "La prima volta che sono entrato all’interno della Tomba Bartoccini era il 2000 – racconta Carlo Tedeschi - Avevo visto delle fotografie del suo interno sul Catalogo della Pittura Etrusca di Tarquinia di Stefan Steingraber. E vi avevo immediatamente riconosciuto alcuni graffiti riconducibili al Medioevo. Ma quando misi piede per la prima volta dentro alla tomba le idee non si chiarirono per niente.  Quando vi rientrai nel 2009 le cose cominciarono a chiarirsi: si trattava sicuramente di graffiti in volgare, ed era la prima volta che se ne rinvenivano nell’Alto Lazio. Ma c’era un verbo che alludeva inequivocabilmente ad atti sessuali e si ripeteva quasi in ognuna delle iscrizioni. Ne conclusi che la tomba doveva essersi trasformata, in epoca medievale, in un luogo di incontri di piacere. Parecchie cose non mi quadravano affatto. Era evidente che le iscrizioni erano tutte della stessa mano. E, dall’esame delle decorazioni che affollano le pareti, era chiaro che affianco ad un gran numero di scritte profane vi erano anche numerosi segni di esplicita valenza simbolico-religiosa: croci presenti ovunque, numerose stelle a cinque punte, la cornucopia. c’erano due parole: frater e magister che apparivano in più graffiti. I frequentatori quindi facevano parte di un ordine religioso che tra i suoi gradi gerarchici prevedeva anche la figura del magister. Ripensai alle decorazioni, alla grande croce latina sopra l’ingresso della sala più interna, alla decorazione murale della tomba a scacchiera bianca e rossa che rimanda inequivocabilmente ai colori simbolo dei cavalieri Templari, alla simbologia e ai riti che dai testi antichi si collegano alla vita dell’ordine. Avevo bisogno solo di un sigillo che certificasse la veridicità della mia ipotesi". E fortunatamente arrivò il sigillo atteso, esso recitava “SI FOTEO QUESTA GROTA F. RAINERI RANIERUS OTEM” dimostrando quindi che un certo Raniero si dilettava in pratiche sessuali nella stessa grotta; senonchè il suo nome è seguito da OTEM che starebbe per Ordine Templare. "Per convincermi che si trattasse della prima testimonianza della frequentazione per usi rituali a sfondo sessuale da parte di Cavalieri dell’Ordine dei Templari – ammette Tedesco – ho dovuto quasi far violenza a me stesso. Un argomento spinoso, controverso, che scivola con facilità dalla storia al mito, destinato a sollevare un vespaio. Mi sono confrontato con molti studiosi e devo ringraziare Maria Cataldi e Gabriella Scapaticci della Soprintendenza Archeologica per l’Etruria Meridionale che mi hanno facilitato nelle ricerche. Certamente ci sarà chi non sarà d’accordo, come sempre quando si tratta di Templari. Ma io faccio il paleografo. Ho raccolto dei dati e quei dati portavano inequivocabilmente in una direzione".


martedì 19 febbraio 2013

RITI SESSUALI TEMPLARI IN NECROPOLI ETRUSCA

Una tomba nella necropoli etrusca di Tarquinia, graffiti medioevali che rimandano ad atti sessuali di natura rituale, croci, simboli e un’iscrizione O.T.E.M che si lascia tradurre con facilità: Ordine Templare. 
Non è l’ultimo thriller tra storia e miti di Dan Brown. Non è letteratura romanzesca né testimonianza di quel filone documentaristico dallo scarso rigore scientifico. E’ il frutto del lunghissimo lavoro di appassionata analisi e minuziosa ricerca di cui Carlo Tedeschi, professore di Paleografia Latina presso l’Università di Chieti-Pescara, martedì 19 febbraio anticiperà i risultati presentando presso il Museo Etrusco di Villa Giulia il volume “Graffiti templari. Strutture e simboli medievali in una tomba etrusca a Tarquinia” (casa editrice Viella). “La prima volta che sono entrato all’interno della Tomba Bartoccini era il 2000 – racconta Carlo Tedeschi - Avevo visto delle fotografie del suo interno sul Catalogo della Pittura Etrusca di Tarquinia di Stefan Steingraber. E vi avevo immediatamente riconosciuto alcuni graffiti riconducibili al Medioevo. Ma quando misi piede per la prima volta dentro alla tomba le idee non si chiarirono per niente”. Scoperta nel luglio del 1959, infatti, la tomba Bartoccini fu integralmente restaurata solo nel 2004. “Quando vi rientrai nel 2009 le cose cominciarono a chiarirsi: si trattava sicuramente di graffiti in volgare, ed era la prima volta che se ne rinvenivano nell’Alto Lazio. Ma c’era un verbo che alludeva inequivocabilmente ad atti sessuali e si ripeteva quasi in ognuna delle iscrizioni. Ne conclusi che la tomba doveva essersi trasformata, in epoca medievale, in un luogo di incontri di piacere”. Ma non tutto era chiaro. Anzi. “Parecchie cose non mi quadravano affatto. Era evidente che le iscrizioni erano tutte della stessa mano. E, dall’esame delle decorazioni che affollano le pareti, era chiaro che affianco ad un gran numero di scritte profane vi erano anche numerosi segni di esplicita valenza simbolico-religiosa: croci presenti ovunque, numerose stelle a cinque punte, la cornucopia”.  Eppure, proprio come in un romanzo, Tedesco aveva la sensazione che il mistero non fosse completamente svelato: “c’erano due parole: frater e magister che apparivano in più graffiti. I frequentatori quindi facevano parte di un ordine religioso che tra i suoi gradi gerarchici prevedeva anche la figura del magister. Ripensai alle decorazioni, alla grande croce latina sopra l’ingresso della sala più interna, alla decorazione murale della tomba a scacchiera bianca e rossa che rimanda inequivocabilmente ai colori simbolo dei cavalieri Templari, alla simbologia e ai riti che dai testi antichi si collegano alla vita dell’ordine. Avevo bisogno solo di un sigillo che certificasse la veridicità della mia ipotesi”. 
Il sigillo arrivò dal graffito n°13. Recitava: “SI FOTEO QUESTA GROTA F. RAINERI RANIERUS OTEM”. Tradussi quindi che un certo Ranieri aveva svolto pratiche sessuali in quella che chiamava la “grotta”. Ma Ranieri è seguito da un’abbreviazione OTEM che poteva essere tradotta in un solo modo: O(rdinis) Tem(pli) e cioè Ordine Templare”. Carlo Tedesco a quel punto riunisce tutti i tasselli del puzzle e arriva alla sua conclusione: in una tomba etrusca di Tarquinia un corpus di graffiti, rinviano ad atti di natura sessuale da riferire a personaggi dell’area templare. 
“Per convincermi che si trattasse della prima testimonianza della frequentazione per usi rituali a sfondo sessuale da parte di Cavalieri dell’Ordine dei Templari – ammette Tedesco – ho dovuto quasi far violenza a me stesso. Un argomento spinoso, controverso, che scivola con facilità dalla storia al mito, destinato a sollevare un vespaio. Mi sono confrontato con molti studiosi e devo ringraziare Maria Cataldi e Gabriella Scapaticci della Soprintendenza Archeologica per l’Etruria Meridionale che mi hanno facilitato nelle ricerche. Certamente ci sarà chi non sarà d’accordo, come sempre quando si tratta di Templari. Ma io faccio il paleografo. Ho raccolto dei dati e quei dati portavano inequivocabilmente in una direzione”. “Che le tombe etrusche possano darci ancora molte soddisfazioni, continuando a fornirci nuovi spunti di studio non è una sorpresa per nessuno – commenta la soprintendente per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale Alfonsina Russo che ha messo a disposizione il museo di Villa Giulia per la presentazione del volume - certo è che questi studi sono particolarmente importanti perché proverebbero per la prima volta una frequentazione rituale di una tomba tarquinese da parte di cavalieri templari. E aprire nuovi percorsi di interpretazione, anche inediti, è fondamentale per continuare a tenere viva l’attenzione su un patrimonio prezioso e unico al mondo come quello etrusco. Un patrimonio che non va solo conservato, ma valorizzato anche attraverso nuovi studi”.

Fonte: IlMessaggero.it

martedì 27 novembre 2012

TRACCE TEMPLARI A GOLETO

Affascinante studio eseguito dal ricercatore irpino Marco Di Donato, il quale da tempo sta svolgendo approfondite ricerche su uno dei monumenti più mistici ed al contempo più poco noti del Sud Italia: ossia l’Abbazia del Goleto a Sant’Angelo dei Lombardi. Un’Abbazia sorta nel 1133, ad opera del Santo Patrono dell’Irpinia Guglielmo da Vercelli, ma che a partire dai primi anni del 1800 venne abbandonata e lasciata alla mercé di vandali sacrileghi che la saccheggiarono e distrussero buona parte delle opere presenti al Goleto. Lo studio di Marco Di Donato, che come lui stesso dice ama definirsi un semplice appassionato, si è basato in particolar modo sui simboli medioevali presenti al Goleto, simboli mai studiati in precedenza ma ricchi di storia e di mistero. Uno studio questo che per le scoperte effettuate potrebbe proiettare il Goleto tra i luoghi a maggior misticismo presenti non solo in Italia ma addirittura nel panorama internazionale. Le ricerche eseguite da Marco Di Donato pongono alla luce parallelismi tra Cavalieri Templari con Castel del Monte di Bari, la Cattedrale di Chartres in Francia e la Basilica di Collemaggio a L’Aquila: personaggi e luoghi accomunati da un nodo di mistero che i secoli ancora non hanno sciolto. L’irpino Marco Di Donato durante i suoi viaggi al Goleto, ha individuato e studiato simboli di grande pregio quali figure antropomorfe e zoomorfe, una Triplice Cinta, un Centro Sacro, nonché un rarissimo “quatre de chiffre”, una Croce del Verbo, una Croce Patente (da molti nota con il termine di Croce Templare), un crittogramma (che potrebbe essere annoverato tra i più antichi mai rinvenuti in Italia) nonché altri simboli, alcuni dei quali più unici che rari, tutti risalenti alla metà del 1200. Ma cosa collega l’Abbazia del Goleto di Sant’Angelo dei Lombardi con i Templari, con Castel del Monte, con Chartres e con Collemaggio? In nessun altro luogo d’Italia è possibile individuare così tanti simboli e così tanti indizi tutti insieme. Quale sarà il significato del crittogramma? Per tali motivi, lo studio dell’avellinese Marco Di Donato è stato anche oggetto di attenzione da parte di alcuni siti on-line che si occupano dei misteri dell’arte, che da qualche settimana stanno pubblicando un sunto di queste ricerche con il titolo “L’Abbazia dei misteri: il Goleto”. Ma la passione di Marco Di Donato non si esaurisce solo tra le mura locali e/o nazionali, infatti durante l’estate 2011 insieme al ricercatore e storico triestino Giancarlo Pavat, si è recato in Svezia, nella remota regione del Dalsland, sulle tracce di un labirinto presente in una Chiesa medievale che da indizi scoperti all’interno e nei sotterranei della Chiesa, fanno convergere ai Cavalieri Templari quali i committenti dell’opera. Una scoperta questa che se confermata potrebbe aprire una nuova pagina di storia in un luogo, come il Dalsland, sempre alla ricerca di tracce del loro passato.
Per la bontà delle loro ricerche, la spedizione in Svezia è stata anche oggetto di interesse da parte dei media nazionali ed in particolare della nota trasmissione televisiva Voyager di Roberto Giacobbo su Rai2 il quale sia ad inizio anno che nel mese di maggio scorso ha dedicato uno spazio alla loro spedizione. Insomma, un appassionato di storia e di misteri a 360 gradi che riesce a coniugare i misteri storici con ricerche di grande pregio ed interesse svolte in maniera analitica e precisa.

Fonte: http://www.irpiniaoggi.it

martedì 10 aprile 2012

CHIESA DI SANTA MARIA DEL TEMPIO

La chiesa di Santa Maria del Tempio è una chiesa sconsacrata di Sutri, lungo la via Cassia. Essa risale al XIII secolo ed apparteneva all’Ordine dei Cavalieri del Tempio, più conosciuti come Templari. Quando questi vennero soppressi nel XIV secolo la chiesa passò all’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, per cui essa è conosciuta anche col nome di chiesa di San Giovanni. Sopra il portale d’ingresso è posta una targa marmorea che ricorda che la chiesa, nel XV secolo, era data in commenda alla chiesa di Santa Maria in Carbonara di Viterbo. All’interno della chiesa, oggi sconsacrata, sono visibili resti di affreschi di epoche diverse. Sul lato destro della facciata vi è un piccolo campanile a vela.La chiesa fa parte del Parco urbano dell'antichissima Città di Sutri, istituito nel 1988: essa è adibita a centro-servizi del parco.

Fonte: Wikipedia
Sito web: http://www.angolohermes.com/Luoghi/Lazio/Sutri/S_Maria_Tempio.html

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