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Visita il Primo Museo Didattico Templare Permanente in Italia!

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La Grande Storia dei Cavalieri Templari

Creati per difendere la Terrasanta a seguito della Prima Crociata i Cavalieri Templari destano ancora molto interesse: scopriamo insieme chi erano e come vivevano i Cavalieri del Tempio

La Grande Leggenda dei Cavalieri della Tavola Rotonda

I personaggi e i fatti più importanti del ciclo arturiano e della Tavola Rotonda

Le Leggende Medioevali

Personaggi, luoghi e fatti che hanno contribuito a conferire al Medioevo un alone di mistero che lo rende ancora più affascinante ed amato. Dal Ponte del Diavolo ai Cavalieri della Tavola Rotonda passando per Durlindana, la leggendaria spada di Orlando e i misteriosi draghi...

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martedì 27 marzo 2018

PRESENTAZIONE DEL LIBRO "VLAD III DI VALACCHIA, IL PRINCIPE E L'ORDINE DEL DRAGO" VENERDÍ 30 MARZO 2018 A MILANO


Venerdì 30 marzo 2018 alle ore 18.00 presso lo Studio legale Avvocato Renato Maturo di viale Bianca Maria 3 (V Giornate), Milano si terrà la presentazione del libro "Vlad III di Valacchia, il Principe e l'Ordine del Drago. Interverranno: l'autrice Prof. Angela Campanella, S.E. Mons. Avondios Bica (Chiesa Ortodossa Tradizionale), e Mandilosani Lali Panchulidze Aznauri (vice presidente AE) che leggerà il saluto ufficale dell'attuale legittimo Gran Maestro SAI il Principe Vladimir Gorshkov Cantacuzene di Bisanzio.
Informazioni e adesioni: aristocrazia.eu@gmail.com

Eroe o antieroe? Intendiamoci, se antieroe sta per fallibile, menefreghista, qualunquista e indolente, come quelli che i topoi della tradizione classica greca ci riportano, Vlad non è di questi. Ma, escludiamo subito che possa essere identificato come l'eroe classico, quello dal cuore d'oro, o dal cuor di leone, quello che vuole sempre e solo il bene comune e si comporta sempre in modo lineare, corretto e galante. No, non è nemmeno di questi. Vlad è un antieroe cattivo, che soffre e fa soffrire. È un Gilgamesh, il re di Uruk, semidio bellissimo, coraggioso, ma arrogante e prepotente che, quando si accorge che un serpente ha mangiato l'erba della sua immortalità, piange a lungo, sconsolato, deluso perché sa non c'è più niente da fare. Vlad è un antieroe tragico, dai ragionamenti contorti e spesso oscuri che nell'eterna lotta fra il bene e il male, pur volendolo, non riesce a scegliere il bene. È un antieroe che vive sospeso fra l'umano e il divino, credendosi semidio, unico, vendicatore, giudice. Incapace, però, di sollevarsi dalle umane miserie, di non soccombere al tragico destino di figlio di un traditore, sul cui capo piovono i più nefasti sortilegi e le alchimie di una imperatrice-maga e gli anatemi biblici, quelli che puniscono per l'iniquità dei padri generazioni di figli. Vlad, dunque, non è l'eroe riconosciuto per il suo valore in battaglia, per aver ascoltato, unico e solo, l'appello del papa a salvare i confini della cristianità, per aver sostenuto con un manipolo di fedelissimi il pesante urto delle artiglierie ottomane, irrefrenabili dopo la vittoria di Costantinopoli. E non è nemmeno l'antieroe bello e dannato, fantasioso e carismatico che sa conquistare con il suo ghigno feroce o con la sua risata sarcastica chi sente parlare di lui e delle sue imprese ai limiti del possibile. No, Vlad si è conquistato il posto nella storia come Vlad Tepe, l'impalatore o, nella moderna letteratura, come il vampiro succhiasangue del romanzo di Stoker. E nessuno si commuoverà al racconto dello strappo insanabile provocato nella sua anima di bambino per il tradimento e l'abbandono paterno, per la sua infanzia violata in un harem arabo, per un destino non scelto che lo porta inesorabilmente e in solitudine più e più volte davanti a un bivio nel quale la strada sembra già segnata. Tantomeno sembreranno sufficienti a espiare le sue colpe gli anni trascorsi senza infamia e senza lode nella prigione dorata del re magiaro, il peggiore dei disonori per chi aveva cercato la morte gloriosa in battaglia. Forse davvero da secoli Vlad vaga inquieto nelle notti di luna piena, non per succhiar sangue, ma in cerca dell'opportunità di riprendersi almeno una delle occasioni perdute. E in questo smarrimento, in quest'ansia umile di riscatto, troverà nello spazio infinito della leggenda la dimensione di uomo comune che gli faccia riprendere la vita perduta dietro la follia della vendetta.

mercoledì 17 gennaio 2018

"TEMPLARI, STORIA E LEGGENDA DEI CAVALIERI DEL TEMPIO" - CIRCOLO COBIANCHI DUOMO PROROGATA FINO AL 4 FEBBRAIO 2018



La parola “Templari” evoca un mondo esoterico con venature di mistero. Accusati di eresia e sottoposti a persecuzioni e torture dal re di Francia di Filippo il Bello, i Cavalieri del Tempio furono annientati dalla loro stessa potenza. La mostra, attraverso l’esposizione di importanti e significativi reperti storico-artistici, si prefigge di illustrare la questione templare innanzitutto come eredità storica, partendo direttamente dal contesto di questa epoca chiaroscurale sulla quale il visitatore potrà muoversi in un personale percorso di approfondimento e di scoperta

Nati a Gerusalemme per difendere i pellegrini in visita ai luoghi santi e proteggere il Santo Sepolcro di Cristo l’Ordine vide una veloce espansione in tutto l’occidente dopo la metà del XII secolo con centinaia di insediamenti, le commende. I commerci, le produzioni, le decime, i patrimoni terrieri permisero ai templari un veloce consolidamento della loro posizione finanziaria tale da permettere di accumulare ingenti patrimoni nel Tempio di Parigi e finanziare spedizioni militari a protezione della Terra Santa. Molti cavalieri da testimoni di fede si trasformarono in banchieri e uomini d’affari richiamando sopra l’Ordine le mire del Re di Francia che il 13 ottobre 1307 ordinò l’arresto di simultaneo di tutti i membri dell’Ordine del Tempio portando all'incarceramento di circa duemila persone compreso il Gran Maestro Giacomo de Molay, sacrificato sul rogo il 18 marzo 1314.

Nel corso dei secoli a venire la Storia templare rimase a lungo sospesa tra innocentisti e colpevolisti. Reinterpretati in contesti iniziatici la vicenda spirituale templare cavalcò i secoli portando a modificare la vicenda storica originaria permanendo nei simboli immortali. Questo progetto ricostruisce le origini, lo splendore, l’eclisse di una esperienza religiosa e cavalleresca che va oltre ogni interpretazione successiva proiettandola in un’esperienza storica che costituisce la base fondante dei principi identitari della stessa area euro-mediterranea.

A cura di Cosimo Damiano Fonseca, Elena Fontanella

Spazio Cobianchi Galleria
Orari
lunedì 15:00-20:00
martedì-domenica 10:00-20:00

martedì 18 aprile 2017

I TEMPLARI IN MOSTRA A MILANO - PROROGATA FINO AL 5/11/2017

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I Cavalieri Templari tornano protagonisti nella mostra "Templari: storia e leggenda dei cavalieri del Tempio" ideata dalla Fondazione DNArt e curata da Don Cosimo Damiano Fonseca. La mostra, creata presso lo Spazio Cobianchi Duomo a Milano, ha il patrocinio della Regione Lombardia, Camera di Commercio di Milano e di altri enti privati. La mostra è stata inaugurata il 13 aprile e dal 14 è aperta al pubblico attraverso l'entrata della Galleria Vittorio Emanuele lato via Tommaso Grossi ed è totalmente gratuita per i possessori dell'Abbonamento Musei.

***Mostra prorogata fino al 5 Novembre 2017***

Fra gli articoli esposti troviamo: il Codice in pergamena con la Regola dei Cavalieri del Tempio che proviene dalla Biblioteca Nazionale Licei di Roma, i documenti del Processo direttamente dagli Archivi Segreti, La Grande Tavola a foglia oro di San Nicola pellegrino della Cattedrale di Trani, la Croce stradale del cammino verso la Terra Santa del XII secolo del Museo Medievale di Arezzo e la Corona di Ruggero II del Museo Nicola Iano di Bari. Grazie all'esposizione dei documenti, sarà possibile ripercorrere le varie tappe della vita dell'ordine dei Templari conoscendo anche tutti quei personaggi che ne hanno fatto la storia: proprio per questo la mostra vanta un percorso didattico di qualità particolarmente adatto anche agli studenti e ragazzi in età scolare.

giovedì 13 marzo 2014

SABATO 15 MARZO 2014 - VI GIORNATA DI "MEDIOEVO IN LIBRERIA"



Sabato 15 marzo 2014 Italia Medievale è lieta di invitarvi alla sesta giornata di "Medioevo in Libreria" 2013-14, XII edizione (ciclo di conferenze, eventi e visite guidate) con il patrocinio della Provincia di Milano. Programma:
Ore 11,00: Milano e il Medioevo della santità: Visita guidata a Santa Maria presso San Celso in Corso Italia, 37 a Milano. A cura di Mauro Enrico Soldi. Costo: 5 euro. Ritrovo davanti all’ingresso.
Nel pomeriggio presso la Libreria Feltrinelli di Via Manzoni, 12 a Milano (ingresso gratuito):
Ore 15,30: Medioevo Movie. Viaggio nel Medioevo filmato. Proiezione del video: Valle d'Aosta, terra di castelli. A cura di Italia Medievale.
Ore 16,00: Vieri Mazzoni, medievista:"Firenze nel Medioevo".

Vieri Mazzoni (Firenze, 1968) si è laureato nel 1994 in Storia dell’Europa Medievale presso l’Università di Firenze, con una tesi dal titolo "La Parte Guelfa a Firenze tra XIII e XIV secolo: economia e politica" (relatore Giovanni Cherubini). Nel 2003 ha conseguito il titolo di dottore di ricerca, presso la stessa università, discutendo la tesi "La legislazione antighibellina e la politica oligarchica della Parte Guelfa di Firenze nel secondo Trecento (1347-1378)". È stato assegnista presso il Dipartimento di Studi Storici e Geografici dell’Università di Firenze con una ricerca dal titolo "Il ceto dirigente fiorentino e le élites dei centri urbani sottomessi nel Trecento", studiando in particolare il ceto dirigente di San Miniato. La sua monografia più importante è "Accusare e proscrivere il nemico politico. Legislazione antighibellina e persecuzione giudiziaria a Firenze 1347-1378" (Dentro il Medioevo/4, Pisa, Pacini, 2010). Ha curato "ser Giovanni di Lemmo Armaleoni da Comugnori, Diario 1299-1319" (Documenti di Storia Italiana. Serie II, XIV, Firenze, Olschki, 2008) e ha collaborato alla pubblicazione di S. Raveggi, "L’Italia dei guelfi e dei ghibellini", (Campus. Il Medioevo attraverso i documenti, Milano, Bruno Mondadori, 2009).
Si interessa attivamente anche di altre tematiche, quali lo studio della famiglia e la network analysis, la storia della giustizia e dei centri minori, in particolare entro i già citati limiti di tempo e di luogo. Inoltre, nel 2002 ha collaborato al repertorio elettronico degli autori latini medievali (progetto BISLAM) curato dalla Fondazione Ezio Franceschini.

lunedì 20 gennaio 2014

LA TOMBA DEI MAGI IN ITALIA?

Marco Polo afferma di aver visitato le tombe dei Magi nella città di Saba, a sud di Teheran, intorno al 1270: "In Persia è la città ch'è chiamata Saba, da la quale si partiro li tre re ch'andaro adorare Dio quando nacque. In quella città son soppeliti gli tre Magi in una bella sepoltura, e sonvi ancora tutti interi con barba e co' capegli: l'uno ebbe nome Beltasar, l'altro Gaspar, lo terzo Melquior. Messer Marco dimandò più volte in quella cittade di quegli III re: niuno gliene seppe dire nulla, se non che erano III re soppelliti anticamente." (Il Milione, cap. 30). Quella di Marco Polo non è tuttavia l'unica testimonianza sul luogo di sepoltura dei Magi. Nel transetto della basilica romanica di Sant’Eustorgio a Milano si trova la “cappella dei Magi”, in cui è conservato un colossale sarcofago di pietra (vuoto), risalente al tardo Impero Romano: la tomba dei Magi. Secondo le tradizioni milanesi, la basilica sarebbe stata fatta costruire dal vescovo Eustorgio intorno all’anno 344: la volontà del vescovo era quella di esservi sepolto, dopo la sua morte, vicino ai corpi dei Magi stessi. Per questo motivo, con l’approvazione dell’imperatore Costante avrebbe fatto giungere i loro resti dalla basilica di Santa Sofia a Costantinopoli (dove erano stati portati alcuni decenni prima da sant'Elena, che li aveva ritrovati durante il suo pellegrinaggio in Terra Santa). Nel 1162 l’imperatore Federico Barbarossa fece distruggere la chiesa di Sant'Eustorgio (come pure gran parte delle mura e degli edifici pubblici di Milano) e si impossessò delle reliquie dei Magi. Nel 1164 l'arcicancelliere imperiale Rainaldo di Dassel, arcivescovo di Colonia ne sottrasse i corpi e li trasferì, attraverso Lombardia, Piemonte, Borgogna e Renania, fino al duomo della città tedesca, dove ancora oggi sono conservate in un prezioso reliquiario. Ai milanesi rimase solo la medaglia fatta, sembra, con parte dell'oro donato dai Magi al Signore, che da allora venne esposta il giorno dell'Epifania in Sant'Eustorgio accanto al sarcofago vuoto. Negli anni successivi Milano cercò ripetutamente di riavere le reliquie, invano. Né Ludovico il Moro nel 1494, né Papa Alessandro VI, né Filippo II di Spagna, né Papa Pio IV, né Gregorio XIII, né Federico Borromeo riuscirono a far tornare le spoglie in Italia. Solo nel ventesimo secolo Milano riuscì ad ottenere una parte di quello che le era stato tolto: il 3 gennaio del 1904,infatti, il cardinal Ferrari, Arcivescovo di Milano, fece solennemente ricollocare alcuni frammenti ossei delle spoglie dei Magi (due fibule, una tibia e una vertebra), offerti dall'Arcivescovo di Colonia Fischer, in Sant'Eustorgio. Furono posti in un'urna di bronzo accanto all'antico sacello vuoto con la scritta “Sepulcrum Trium Magorum” (tomba dei tre Magi). Ancora oggi molti luoghi in Italia, Francia, Svizzera e Germania si fregiano dell'onore di avere ospitato le reliquie durante il tragitto delle spoglie dei Magi da Milano a Colonia e in molte chiese si trovano ancora frammenti lasciati in dono. La testimonianza di questo passaggio si trova anche nelle insegne di alberghi e osterie tuttora esistenti, come «Ai tre Re», «Le tre corone» e «Alla stella».

Fonte: Wikipedia

sabato 24 agosto 2013

IL BATTISTERO DI SAN GIOVANNI ALLE FONTI

Il Battistero di San Giovanni alle Fonti fu uno dei primi battisteri della città di Milano. Sorgeva dove oggi si trova la facciata del Duomo di Milano, e si trovava tra la cattedrale invernale di Santa Maria Maggiore e la cattedrale estiva di Santa Tecla. Costruito tra il 378 e il 397, era probabilmente un battistero soltanto maschile: è qui che nel 387 Ambrogio vescovo battezzò Agostino d'Ippona, recentemente convertito al cristianesimo ortodosso, insieme con il figlio Adeodato e alcuni amici. I resti del battistero vennero scoperti nel 1889 e si trovano ad un livello inferiore di 3,8 metri rispetto al pavimento del Duomo, mentre il pavimento della vasca ottagonale è ad un livello di 4,50 metri rispetto al pavimento. Vi sono tracce di un rivestimento marmoreo, e circa al centro della vasca vi è un foro per l'acqua servito da un apposito condotto. Davanti al Duomo di Milano, incisi nel pavimento esterno, si trovano i confini dell'antico battistero di San Giovanni, i cui resti possono essere visitati accedendo dall'interno della cattedrale.

Fonte: Wikipedia

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