"Come fosti disgraziato quando non facesti quelle domande! Sarebbe stato un tal piacere per il buon re invalido che avrebbe ritrovato l'uso delle sue gambe e sarebbe ridivenuto capace di governare la sua terra." (Chretien de Troyes, Perceval)"
Sono diversi i racconti di epoca medievale in cui si narra di un re, solitamente connotato da una grande importanza, che in seguito ad alcune vicende è rimasto ferito oppure risulta gravemente ammalato. Secondo la leggenda, lo stesso re Artù - che sarebbe ferito o addirittura in uno stato simile alla morte - riposerebbe nella mitica isola di Avalon, in attesa di far nuovamente ritorno nel mondo.
Nel Perceval di Chretién de Troyes questo sovrano è il "Re Pescatore", uno strano personaggio - reso invalido da una ferita all'anca - che il protagonista del romanzo incontra per la prima volta proprio su una barca, mentre è intento a pescare. Dopo una breve discussione il re invita Perceval nel suo castello, situato non molto lontano, dove si terrà una cena sontuosa. I due prendono posto a tavola, ma prima che vengano servite le pietanze fa il suo ingresso in sala il "corteo del Graal": inizialmente entra un valletto, che porta con sé una lancia splendente, dalla cui punta scendono delle gocce di sangue. Perceval osserva meravigliato questa scena, e in cuor suo vorrebbe chiedere al padrone di casa che cosa rappresenti la lancia sanguinante. Gli vengono tuttavia in mente le sagge parole del suo maestro di cavalleria, che lo aveva messo in guardia dal parlar troppo, e decide dunque di tacere. Poco dopo fanno il loro ingresso altri valletti, che reggono dei grandi candelabri d'oro, e infine appare una bellissima fanciulla che nelle mani tiene "un Graal", fatto d'oro e di pietre preziose. Il Graal sembra risplendere di luce propria, ed anzi illumina la sala di un chiarore così grande "che le candele impallidirono come le stelle o la luna quando si leva il sole". Ancora una volta Perceval vorrebbe sapere di più del Graal e del suo significato ma, nonostante ció, rimane in assoluto silenzio. Dopo la cena il re e Perceval decidono di andare a dormire. Al suo risveglio il protagonista trova però il castello completamente deserto, e anche provando a chiamare a gran voce il Re Pescatore e i suoi valletti non ottiene alcuna risposta. Monta allora sul suo cavallo ed esce dal portone del palazzo che al suo passaggio si chiude, apparentemente da solo. Prosegue il suo cammino, e lungo la strada incontra una ragazza (che si rivelerà essere sua cugina) alla quale racconta la sua ultima avventura. La giovane ascolta la storia, ma lo rimprovera aspramente di non aver chiesto nulla del Graal, perchè se lo avesse fatto il Re Pescatore sarebbe miracolosamente guarito, ed assieme a lui sarebbe tornato a risplendere anche il suo regno, caduto in rovina da quando il re è stato ferito.
"Qui il re del Graal appare evidentemente come colui che, constatando la propria impotenza, come pescatore di uomini cerca l'eletto, l'eroe". (Juius Evola, Il Mistero del Graal)
Per quanto riguarda il significato simbolico di questo personaggio, bisogna prima di tutto porre l'attenzione sul suo particolare nome (di Re-Pescatore). Come abbiamo visto, questo re, pur essendo ferito, pratica realmente la pesca. Il titolo di Pescatore potrebbe però simbolicamente far riferimento al sacerdozio: nei Vangeli si può leggere che Cristo disse ai suoi Apostoli "vi farò pescatori di uomini". Si può notare anche che una delle principali insegne del Romano Pontefice è proprio l'"anello del pescatore", chiamato altrimenti "anello piscatorio": si tratta di un anello d'oro che presenta un bassorilievo raffigurante S. Pietro (che di mestiere faceva appunto il pescatore) mentre pesca su una barca.
Il Re del Graal sarebbe quindi un Re-Sacerdote, equiparabile in questo alla leggendaria figura del Prete Gianni. Inoltre questo personaggio (in cui si uniscono sacerdozio e regalità), rappresenta veramente la Tradizione nella sua essenza, che in effetti è come se fosse "ferita": allo stato attuale delle cose si manifesta cioè come apparentemente mutila ed impossibilitata di esprimersi in tutta la sua pienezza, proprio come un re che - a causa delle sue ferite - non può governare pienamente il suo regno. Non si tratta però di una situazione irreversibile, perché c'è sempre la possibilità che qualcuno, particolarmente qualificato e dotato della giusta predisposizione d'animo, "chieda del Graal", lo cerchi, e che in questo modo possa operarsi la miracolosa guarigione.
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