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Visita il Primo Museo Didattico Templare Permanente in Italia!

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La Grande Storia dei Cavalieri Templari

Creati per difendere la Terrasanta a seguito della Prima Crociata i Cavalieri Templari destano ancora molto interesse: scopriamo insieme chi erano e come vivevano i Cavalieri del Tempio

La Grande Leggenda dei Cavalieri della Tavola Rotonda

I personaggi e i fatti più importanti del ciclo arturiano e della Tavola Rotonda

Le Leggende Medioevali

Personaggi, luoghi e fatti che hanno contribuito a conferire al Medioevo un alone di mistero che lo rende ancora più affascinante ed amato. Dal Ponte del Diavolo ai Cavalieri della Tavola Rotonda passando per Durlindana, la leggendaria spada di Orlando e i misteriosi draghi...

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mercoledì 27 gennaio 2016

LE SETTE NOTE MUSICALI


Le sette note musicali sono esistite fin dai tempi antichissimi ma vi siete mai chiesti quale fosse l'origine del loro nome? Ancora una volta è il nostro amico Medioevo che ci viene incontro! Il monaco benedettino Guido d'Arezzo, nell' XI secolo nominò le note utilizzando le sillabe dei primi sei versi di "Ut queant laxis", un inno dedicato a San Giovanni Battista:

«UTqueant laxis
REsonare fibris
MIra gestorum
FAmuli tuorum
SOLve polluti
LAbii reatum
Sancte Johannes»

sabato 15 agosto 2015

IL GELATO? INVENZIONE MEDIEVALE




A fine del IX secolo gli arabi arrivarono a conquistare l'Andalusia e la Sicilia importando anche le più importanti tradizioni culinarie tra cui la coltivazione della canna da zucchero, utile a secernere un succo particolare in grado di dolcificare al posto del miele non adatto alla creazione del gelato. Lo zucchero di canna era sciolto e poi fatto addensare per creare sciroppi atti alla conservazione di alimenti in particolar modo la frutta. Questo sciroppo dolciastro utilizzato anche come bibita rinfrescante proprio in Sicilia date le alte temperature...si prendeva la neve che abbondante cadeva sull'Etna, la si conservava anche con l'uso del sale e veniva poste in cantine dove si poteva conservare alla giusta temperatura anche per molto tempo. Inoltre il terreno si mostrò particolarmente favorevole alla coltivazione di agrumi. In oriente ci si accorse che mettendo succo di frutto in un ripieno immerso nel ghiaccio tritato, esso si addensava trasformandosi in quella che oggi chiamiamo sorbetto, non a caso i maestri siciliani impararono proprio dagli arabi le più avanzate tecniche di conservazione e creazione della dissetante bevanda. La parola sorbetto, secondo alcuni studiosi, deriva dall'arabo "sherbet" (bevanda fresca), secondo altri dal latino "sorbeo" (succhiare). Anche i cavalieri crociati si mostrarono avidi consumatori della bevanda, infatti quando tornarono dalla Terrasanta usavano portare con se ricette di sorbetti a base di agrumi e piante. Marco Polo stesso in Oriente apprese sistemi di congelamento all'avanguardia con acqua e salnitro. Particolarmente interessante è la testimonianza di Niccolò da Poggibonsi il quale, recatosi in pellegrinaggio in Terrasanta, raccontò come a Damasco fosse usuale bere bevande con ghiaccio:

"La detta città si è molto fredda e nelle montagne che sono dintorno si ci dura la neve infino a giugno e portasi detta neve in sui camelli a vendere in Damasco e ivi si vende di maggio e di giugno e anche la mettono nelle cantine e mangianla nelle loro abeverature" (P. Galetti, "Quando il freezer non c'era" in Medioevo 2002, n.5, pp. 78-84)

Molto interessante è un aspetto sul raffreddamento: abbiamo parlato del sale, o cloruro di sodio, ma si scoprì anche una validissima alternativa, il nitrato di potassio e l'anidride solforoso per arrivare a temperature anche sotto i -30°.

venerdì 4 aprile 2014

ROBERTO GROSSATESTA E GLI STUDI MEDIEVALI SUGLI UNIVERSI PARALLELI

File:Robert Grosseteste.jpg

Quante volte ci siamo chiesti se oltre all'universo conosciuto e in cui viviamo ve ne siano altri? Probabilmente è la prima domanda che ci facciamo quando iniziamo a studiare le materie scientifiche a scuola. Tale domanda se la pose durante il medioevo un teologo di nome Roberto Grossatesta che nel 1225 scrisse il De Luce, un testo le cui idee sono alla base dei moderni studi sul cosmo. Alcuni studiosi hanno tradotto il testo medioevo scoprendo, con sorpresa, che le teorie descritte sono compatibili con le attuali teorie sugli universi multipli. La cosa è particolare se si ricorda il fatto come nel Medioevo, dove la Chiesa deteneva il primato della dottrina e guardava con occhio di sfida ed inquisitoriale le ricerche scientifiche, si desse spazio a queste teorie nuove che potevano portare a conseguenza di certo poco piacevoli. Grossatesta nel 1225 iniziò a studiare opere di Aristotele circa il moto delle stelle e della terra in un insieme di nove sfere concentriche proponendo per la sua teoria del "Big Bang" un forte fascio di luce che avrebbe generato l'universo. L'Università di Durham e il suo fisico Tom McLeish hanno tradotto il testo del teologo traducendo testo, simboli, e le complicate equazioni differenziali alla base della ricerca. Secondo McLeish "si è tentato di scrivere matematicamente ciò che l'autore ha detto in latino e le equazioni ottenute sono state risolte dai computer e proprio grazie alla matematica si sta esplorando un universo completamente nuovo". Come riporta lo scritto di Grossatesta la luce e la materia, accoppiate insieme, e quando dall'impulso iniziale la loro espansione raggiunge una densità minima entrano in uno stato superiore e il processo di accrescimento si blocca. La sfera emette il "lumen" una fonte di luce che purifica la materia imperfetta comprimendola fino a raggiungere uno stato ideale trasformandosi a sua volta in lumen. Il processo prosegue a ritroso lasciando solamente la Terra. 

Nel Periodo che va dal 1220 al 1235 ha scritto:

  • De sphera, un lungo testo su vari argomenti.
  • De accessione et recessione maris. sulle maree.
  • De lineis, angulis et figuris, sulle argomentazioni matematiche nelle scienze naturali.
  • De iride, sul fenomeno dell'arcobaleno.

venerdì 27 aprile 2012

IL FUOCO GRECO

Fuoco greco (greco ὑγρόν πῦρ - hygrón pyr) era l'espressione usata per indicare una miscela incendiaria usata dai bizantini per dar fuoco al naviglio avversario o a tutto quello che poteva essere aggredito dal fuoco. Il termine Fuoco greco era utilizzato soprattutto dai popoli stranieri, poiché i bizantini, in realtà «romei», cioè romani dell'impero romano d'Oriente, lo chiamavano fuoco romano, fuoco artificiale o fuoco liquido. La formula della miscela che componeva il "fuoco greco" era nota soltanto all'imperatore e a pochi artigiani specializzati ed era custodita tanto gelosamente che la legge puniva con la morte chiunque avesse divulgato ai nemici questo segreto.

martedì 25 ottobre 2011

COSA ERANO I PORTOLANI?


Un Portolano (il cui nome deriva dalla parola latina portus, porto) è un manuale per la navigazione costiera e portuale. I portolani di più antica datazione, risalenti al Medioevo, discendevano direttamente dai peripli di origine greca e latina: in epoca classica, in assenza di vere e proprie carte nautiche, la navigazione veniva effettuata servendosi di libri che descrivevano la costa, non necessariamente destinati alla nautica, ma più spesso consistenti in resoconti di precedenti viaggi, o celebrazioni delle gesta di condottieri o regnanti. A differenza delle carte nautiche, di cui non si hanno tracce in epoca greca e romana e di cui i primi esemplari risalgono al XIII secolo, i peripli e, successivamente, i portolani si avvalgono di una tradizione ininterrotta e sostanzialmente immutata che deriva da secoli di utilizzo ed esperienza. Nel portolano troviamo non soltanto i riferimenti per il cabotaggio costiero, ma anche l'indicazione di rotte in mare aperto, come dalla Liguria alla Corsica, dalla Sicilia a Creta, da Rodi a Cipro.

sabato 17 settembre 2011

LA BIBBIA DI GUTENBERG

La bibbia di Gutenberg o «bibbia a quarantadue linee» (B42) è il primo libro stampato in Europa con l'aiuto dei caratteri mobili. Realizzata a Magonza tra il 1452 e il 1455 sotto la responsabilità di Johannes Gutenberg e dei suoi soci, Johann Fust e Peter Schöffer, la bibbia di Gutenberg si compone di due volumi in folio di 322 e 319 fogli. Riproduce il testo della Vulgata, la bibbia latina tradotta da san Gerolamo nel V secolo: l'Antico Testamento occupa il primo volume e una parte del secondo, che contiene anche tutto il Nuovo Testamento. Una parte degli esemplari fu stampata su pergamena, un'altra su carta in fibra di canapa, importata dall'Italia. Venduta per sottoscrizione, questa bibbia latina fu originariamente acquistata da istituzioni religiose, essenzialmente monasteri. Su una tiratura di circa 180 esemplari, 48 si sono conservati fino ad oggi, e alcune pagine sciolte si trovano in alcune biblioteche, come quella del museo Correr di Venezia o la biblioteca municipale di Colmar. La maggioranza degli esemplari si trova in Germania. In Francia, la Bibliothèque nationale de France ne possiede tre copie su pergamena, e la bibliothèque Mazarine una copia su carta. In Svizzera, la fondazione Martin Bodmer espone permanentemente il suo esemplare vicino a Ginevra.

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