Il Cavaliere è, in ogni tempo, colui che si distingue per onore, purezza danimo, un cuore capace di compassione e la capacità di cogliere il giusto momento per agire negli atti e nella parola. Ciò che egli intimamente è, non è relegato in un tempo ed in un luogo ma connesso ad una Via che egli ha scelto e di cui ogni sua cellula porta memoria. Se ogni leggenda cavalleresca ha inizio con un cavaliere che ritrova la sua Spada è perché essa racchiude in sé tutto ciò per cui egli vive e combatte, tutto ciò che egli è e per cui è disposto a morire. La lama ne rappresenta, nel non visibile, lanima lucente e, su un piano di realtà più materico, la spina dorsale; si può in tal modo affermare che la spada è ciò che rende il cavaliere tanto retto in spirito quanto eretto nel suo essere presente al mondo. Il fodero è il suo corpo, è ciò che contiene e che protegge, è quella materia che si modella sulla forma dellanima; per tale ragione, viene insegnato che un cavaliere sfodera la spada o per combattere o per pregare. Apprendere come divenire Uno con la propria spada, allenarsi a creare una reale connessione con essa, a sentirla vibrare come cosa viva e a maneggiarla con fluidità e decisione, significa per un cavaliere, uomo o donna che sia, scegliere di incarnare lo spirito di un vero guerriero, consapevole del proprio potere sia nell'essere che nel fare. Ritrovare ed impugnare la propria spada è scegliere dunque di posizionarsi al centro del proprio cerchio, in un dinamico equilibrio tra stato contemplativo e azione consapevole, tra potere di espansione e di concentrazione. L'alchemica formula del Solve et Coagula diviene, per un uomo o una donna che sceglie di intraprendere la Via della Spada, oggi come ieri, una concreta pratica quotidiana affinché la materia grezza del suo essere umano, possa trasformarsi in raffinato spirito lucente al pari della sua lama e, divenendo egli stesso la propria spada, poter agire nel mondo con onore, purezza, compassione e forza.
Articolo di Rosaria Cozzolino.