Secondo il libro "Landnamabok" l'Islanda venne scoperta dal celebre navigatore Naddoddr che, durante il suo viaggio dalla Norvegia alle Isole Faer Oer si trovò catapultato letteralmente sulla costa est dell'isola che chiamò Snaeland (Terra della neve). Il primo colono ad insediarsi era un capo tribù norvegese un certo Ingolfur Arnarson il quale, secondo la leggenda, mentre si stava avvicinando alla terra gettò fuori bordo i due bracci del suo seggio giurando di creare il suo regno nel punto in cui essi avrebbero raggiunto la terra.
Come promesso, si insediò nella costa sud occidentale nell'874 in un luogo che chiamò Reykyavik (Baia dei fiumi) a causa dei celeberrimi vapori che uscivano dal sottosuolo. È da notare come il Landnamabok non sia ritenuto completamente attendibile dagli storici che, tuttavia, continuano ad usarlo come fonte primaria: a sostegno di quanto scritto sul libro, alcuni scavi archeologici recenti sembrerebbero confermare la presenza di un insediamento proprio a Reykiavik nell'anno 870.
I primi clan islandesi
Il fondatore Ingolfur fu emulato anche da altri capi tribù di origine norvegese infatti, sempre secondo il Landnamabok, la Norvegia era governata col pugno di ferro dal re Harald il Biondo che contribuì ad unificare alcune zone che poi hanno dato la conformazione della Norvegia attuale. Nell'anno del Signore 930 i capi del governo crearono un primo parlamento, l'Althing, che si riuniva ogni estate ed era presenziato dai capi più importanti. Nel parlamento, probabilmente il più antico della storia, si creavano leggi, che non venivano scritte ma venivano "ricordate" da un "logsogumaor (un portavoce della legge). Era totalmente assente il potere esecutivo, pertanto le regole venivano fatte rispettare dal popolo e questo scatenavano faide di sangue che divennero le principali fonti per gli autori della saghe. Proprio in questo periodo l'Islanda inizia ad ingrandirsi: furono Eric il rosso e Leif Ericsson a creare molti insediamenti a Terranova e in Groenlandia.
I primi colonizzatori dell'Islanda
Ma chi erano i colonizzatori? Erano essenzialmente pagani, adoratori di Odino, Thor e Freyja e solamente nel X secolo proprio in prossimità dell'anno mille e della fine del mondo che il mondo cristiano aveva predetto, si ebbero le prime conversioni al cristianesimo. Questo portò ad una possibile guerra civile tra cristiani e pagani tanto che il parlamento nominò Ljosvetningagooi come arbitro per evitare la guerra il quale decise di far convertire l'isola al cristianesimo consentendo ai pagani di poter professare il proprio culto in segreto. Il primo vescovo islandese ad essere consacrato fu Isleifr Gizurarson nell'anno 1056.
Dopo il XII secolo, la centralizzazione del potere divenne una vera e propria scure contro le istituzioni dello stato tanto che il parlamento stava perdendo le proprie prerogative in favore dei gruppi familiari, non a caso il periodo che va dal 1200 al 1262 viene ricordato come Sturlungaold (l'epoca dei Sturlungar) in riferimento a Sturla Þórðarson e ai suoi figli: Þórður, Sighvatur e Snorri che costituivano uno dei principali clan che avevano il controllo dell'isola saccheggiando le zone contadine che non potevano essere lasciate sguarnite. Nell'anno 1220 Snorri fu nominato vassallo di Haakon IV re di Norvegia così come suo nipote e questo consentì a Sturla per continuare la guerra contro gli altri clan islandesi.
L'isola rimase indipendente fino all'anno 1262 quando il trattato Gamli Sattmali stabilì l'unione con la monarchia norvegese. Secondo il trattato gli islandesi avevano l'obbligo di pagare una tassa al re di Norvegia in cambio di un codice legislativo che avrebbe garantito la pace e la possibilità di mantenere i trasporti regolari tra Norvegia e Islanda i cui cittadini ottennero la parità dei diritti nei rispettivi paesi. Nel 1281 le leggi dello Stato Libero d'Islanda furono aggiornate nello Jonsbok.
L'unione tra i due paesi durò fino al 17 giugno del 1944 quando, durante la Seconda Guerra Mondiale, fu proclamata la Repubblica d'Islanda.
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