Nessuno penserebbe di trovare a pochi km da Bologna uno dei percorsi considerati negli anni sessanta, su importanti guide, uno dei 100 percorsi con gli scorci più belli d'Italia. Per questa ragione prima di tutto bisogna menzionare e ringraziare l'impegno del CAI Bologna (Club Alpino Italiano, nato nella seconda metà del 1800 per valorizzare il territorio della montagna) e di volontari del posto, Rita Idini e Paolo Paganini del Gruppo Botteghe del Botteghino, che hanno permesso la riapertura del percorso grazie ad un lavoro di pulizia e di ripristino della segnaletica che mancava da anni.
Questo percorso, con durata di 4/5 ore, si presenta senza particolari difficoltà, con salite abbastanza semplici, e ha una segnaletica perfetta che permette di affrontarlo anche da soli in totale sicurezza.
Partendo dalla Val di Zena, il percorso si può iniziare comodamente davanti alla località Zena, infatti di fianco a due vistosi capannoni, che oramai potremmo definire archeologia industriale, si trovano i segnali che portano su una strada sterrata. Proseguendo dopo poche centinaia di metri si incontra sulla sinistra un'antica muratura, si tratta della famosa fortificazione chiamata Castello di Zena. L'edificio, ora in fase di recupero grazie all'intervento di un privato, ha una storia importante e molto lunga, infatti le prime notizie dell'edificio si hanno nel 800, oltre 1000 anni fa, quando passa di proprietà da Matilde di Canossa all'arcivescovo di Pisa. Attraverso varie vicende, il Castello vive i secoli seguenti fino alla seconda guerra mondiale, quando subisce importanti danni dai quali solo ora sembra riprendersi. Guardando l'edificio noterete alla vostra destra un grande campo, questo era nel medioevo il parco dove si teneva un'importante mercato. Al posto è anche legata una storia che unisce leggenda e verità, si tratta della figura di Zenobia figlia dei signori del Castello e parente di Matilde di Canossa. Dopo varie vicissitudini questa fanciulla finirà la vita nel 1081, nel giorno del suo matrimonio, e verrà per sempre ricordata nella memoria della gente del luogo e dalla presenza di una lapide al castello (questa lapide scomparirà con la seconda guerra mondiale).
Riprendendo il percorso e proseguendo all'interno del bosco si arriva alla Torre dell'Erede o della Rete, si tratta di un'altra fantastica fortificazione in buono stato di conservazione che presenta la particolarità di avere scolpite nella roccia di arenaria di cui è fatta delle figure antropomorfe mostruose. Queste figure servivano nel 1100 quando fu costruita per spaventare ed esorcizzare eventuale aggressori. La Torre aveva una pura funzione difensiva ed ha la peculiarità di essere rivolta verso il Monte delle Formiche.
Lasciando la Torre e seguendo le indicazioni del percorso, si arriva al borgo di Tazzola. Durante il tragitto vi invito ad osservare gli scorci di paesaggio che incrociate, essendo di un'incredibile bellezza. Tazzola è un borgo di origine medievale, di cui si hanno le prime notizie nell'anno1100, dove ancora oggi si possono notare edifici antichi. Qua è stato creato all'interno di un' antica stalla uno spazio espositivo dedicato ai botroidi, strani sassi dalle forme antropomorfe raccolti dal ricercatore Luigi Fantini negli anni 60/70. Furono ritrovati nel 2006 nei sotterranei del castello di Zena, durante un'operazione per farne il rilievo, grazie alla collaborazione del Gruppo Speleologico Bolognese. Si tratta della collezione completa di Fantini, i botroidi erano contenuti all'interno degli originali fustini del detersivo dove il ricercatore usava metterli.
Una volta attraversato il borgo Tazzola, il percorso prosegue prendendo un sentiero a sinistra che arriva fino alla cima del Monte delle Formiche dove si trova il famoso Santuario, luogo divenuto conosciuto a molti per il panorama surreale che offre e per il fenomeno naturale che ogni anno si ripete e che da il nome al luogo. Si tratta dell'arrivo degli sciami di Formiche Alate, le quali ogni metà di settembre arrivano alla cima del monte durante il loro volo nuziale, formando impressionanti nuvole nere in una speciale danza della fertilità, infatti in volo avviene l'accoppiamento durante il quale il maschio muore e cade a terra, come ricorda anche una frase sotto l'immagine della Madonna: ansiose volano le formiche all'altare della Vergine, consapevoli che ai suoi piedi moriranno. Una volta a terra vengono raccolte e benedette in modo da essere distribuite ai fedeli che ancora oggi sono molto legati a questa tradizione.
Al Monte delle Formiche il percorso ha il suo termine o inizio, infatti volendo si può iniziare il percorso anche dal Monte per arrivare a Zena. Un'altra possibilità è quella di dividere l'itinerario in due parti praticamente uguali, lasciando le auto in sosta a Tazzola, opzione strategica anche per la vicinanza della buona trattoria “Piccolo Borgo” di Cà di Pippo.
L'invito è di godersi questo percorso, trattandolo con rispetto, e di renderlo vivo, dando così valore al suo territorio.
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