Tra le tante ricette del Viandier di Guillaume Tirel figura quella di un risotto allo zafferano, assai simile al nostro “alla milanese”. E se ciò sembra fugare ogni dubbio circa la veridicità delle leggende sulla nascita di questo celebre piatto, giova ricordarne almeno la più celebre. Anche se lo zafferano era giunto in Italia già nel Trecento, portatovi da un frate domenicano, la tradizione vuole che il “risotto giallo” sia nato a Milano, in un non meno precisato giorno del 1574. In quella data, infatti, si festeggiavano le nozze della figlia del pittore fiammingo Valerio di Profondavalle, o Perfundvalle, impegnato a istoriare con episodi della vita di Sant’Elena le vetrate del duomo cittadino. Pare dunque che, durante i preparativi per il pranzo di nozze, un promettentissimo allievo del maestro fiammingo – del quale pur ignorando il nome conosciamo il soprannome, Zafferano, per via dell’abitudine che aveva di rafforzare i colori con l’aggiunta di un pizzico della rossa polverina – abbia fatto cadere nel risotto destinato ai commensali un po’ del suo colore preferito. C’è chi dice che si trattò di un gesto canzonatorio nei confronti di Valerio, che a sua volta da tempo lo prendeva in giro, dicendogli che avrebbe finito con l’aggiungere lo zafferano anche al cibo, ma altri sostengono che il giovane abbia agito in preda alla gelosia e che quello fosse un modo per boicottare in qualche modo le nozze, dal momento che egli stesso avrebbe ambito sposare la figlia del Maestro. Se ci sia qualcosa di vero in questo racconto nessuno lo sa: certo è che il risotto alla milanese è ancora oggi un piatto gettonatissimo della tradizione culinaria lombarda.
Fonte: Medioevo.it
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