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domenica 13 aprile 2014

SACRA SINDONE: TESSUTO EBRAICO

La tessitura a spina di pesce come quella della sindone si trova anche in tessuti risalenti al II-I millennio a.C., però essi sono fatti in fibre di lana: la lana era in assoluto il materiale più usato per le stoffe tanto nei climi freddi quanto in quelli caldi perché conserva inalterata la temperatura del corpo, quindi serviva non solo per le vesti ma anche per tanti altri oggetti necessari in casa come le coperte, i tappeti, le tende e gli arazzi. Molto a buon mercato, veniva lavorata in casa dalle donne della famiglia che si occupavano di tutto, dalla raccolta del vello dopo la tosatura fino alla cucitura dei panni finiti. Nella Grecia arcaica le dimore avevano un intero settore chiamato “gineceo” che era riservato alle sole donne, dove erano alloggiati i grandi telai necessari per tessere le stoffe; l’uso continuò a Roma e poi via via nel medioevo fino quasi ai nostri giorni. Anche nell’antichità biblica il tessere la lana era considerato un lavoro che faceva parte delle virtù femminili: nel Libro dei Proverbi si esaltano le doti della donna saggia che si occupa della lana e del lino, non ozia e invece fa in modo che le sue mani non smettano mai di lavorare. Lana e lino erano dunque le fibre più comunemente lavorate. La sindone però ha la curiosa particolarità di non contenere nessuna traccia di fibre di lana, un fatto piuttosto strano considerando che in genere i telai servivano per tessere tutte le stoffe; tra le sue fibre ci sono invece tracce di cotone provenienti dall’arbusto Gossypium herbaceum, l’unica specie coltivata in Medio Oriente durante l’antichità, prima che la scoperta di Cristoforo Colombo importasse dalle Americhe tutte le altre varietà oggi note. Le fibre di cotone appartennero ad altri tessuti lavorati su quello stesso telaio prima di tessere la sindone, quindi sono fibre rimaste attaccate allo strumento che poi, durante il lavoro, sono involontariamente entrate nel gioco trama-ordito del nuovo tessuto di lino. La totale assenza di lana fa pensare che quel telaio, per qualche speciale ragione, non aveva mai lavorato tessuti di lana: date le dimensioni minuscole di queste fibre, se il telaio avesse lavorato un panno di lana qualcuna di esse sarebbe senz’altro entrata nel telo. Nel Libro del Deuteronomio (22,11) una norma precisa vieta di filare insieme il lino e la lana perché la mescolanza di queste due materie produrrebbe impurità rituale; la compresenza di lino e cotone invece non era proibita perché si tratta di due fibre entrambe vegetali. Si è concluso che il telaio apparteneva a persone di religione ebraica, usato per tessere solo lino e cotone senza quindi violare il divieto della Scrittura. Se le cose stanno così, il lino della sindone era un oggetto ritualmente puro secondo la cultura giudaica, per via del modo in cui venne fabbricato; questo rimanda al vangelo di Matteo, il quale specifica che il corpo del Nazareno fu avvolto in una “sindone pura” (enì sindòni katharà). Spesso quel passo viene tradotto dicendo che si trattava di una sindone pulita, ma questo senso non è il più esatto perché l’aggettivo greco katharòs ha proprio il senso di purezza in senso spirituale e religioso. 

Articolo per gentile concessione della dott.ssa Barbara Frale

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