Lo Scriptorium di Bobbio è stato un centro scrittorio e biblioteca fondato dall'abate Attala nel VII secolo presso l'Abbazia di San Colombano a Bobbio. Nel 982, custodiva oltre 700 codici. Tra il VII e il IX secolo fu il maggior centro di produzione libraria dell'Italia centro-settentrionale. Oggi è sede del Museo dell'abbazia di San Colombano e di una scuola ai piani superiori. La regola di San Colombano imponeva ai monaci di dedicarsi giornalmente agli studi ed alla scrittura. L'abate Attala istituì uno scriptorium nell'Abbazia di San Colombano, al centro di una rete di scriptoria esistenti in età longobarda e carolingia nei vari monasteri dell'ordine. Tra il VII e il IX secolo lo Scriptorium di Bobbio divenne il maggior centro di produzione libraria dell'Italia centro-settentrionale. Secondo alcuni studiosi nello scriptorium, sotto il terzo abate, san Bobuleno, sarebbe stato materialmente redatto l'editto di Rotari, la prima raccolta scritta di diritto longobarda, promulgato nel 643 da re Rotari. Nello scriptorium vennero prodotti codici manoscritti miniati su pergamena. I monaci irlandesi che vi lavoravano introdussero lo stile dell'arte insulare per le miniature e un particolare sistema di abbreviature. Vi furono utilizzate l'onciale, la semionciale, la carolina e la gotica. I codici prodotti erano decorati con miniature e spesso avevano copertine realizzate in oreficeria. L'abate Gerberto di Aurillac, il futuro papa Silvestro II, nel 982 fece redigere un catalogo della biblioteca, che raccoglieva oltre 700 codici, tra cui il Glossarium Bobiense, del IX secolo, una delle prime enciclopedie medievali. Accanto ad opere liturgiche, patristiche e agiografiche, vi si trovavano opere di autori latini, di grammatici, trattati scientifici, scritti giuridici, di storia, di medicina, di agricoltura, di arte e di musica. Tra gli autori classici sono testimoniate opere di Plauto, Virgilio, Terenzio, Ovidio e Cicerone, e storici come Livio, Lucano e Orosio.
Lo scriptorium passò in seguito all'ordine benedettino. Parte dei codici conservati nella biblioteca e prodotti dallo scriptorium andarono dispersi: diversi esemplari di pregio furono trasferiti nel XVII secolo presso la Biblioteca Ambrosiana a Milano e la Biblioteca Vaticana di Roma. La biblioteca proseguì la sua attività fino alla soppressione del monastero nel 1803. Dal 1963 è la sede del Museo dell'abbazia di San Colombano. Dopo la dispersione in altre biblioteche, lo Scriptorium conservò 25 dei 150 manoscritti più antichi della letteratura latina esistenti al mondo. Tutto il patrimonio dello Scriptorium è archiviato su microfilm presso gli Archivi storici bobiensi del duomo di Bobbio, che custodisce anche alcune pergamene e codici del periodo compreso tra il V e il IX secolo. Nel 1824 il monastero diede in lascito alla Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino parte della raccolta di manoscritti. Nel 2009 la repertazione effettuata dal rettore A. Bulla e uno studio ad opera di Leandra Scappaticci ha portato alla scoperta di nuovi codici o palinsesti, alcuni dei quali mancanti alla Biblioteca di Torino. Tra i codici che appartenevano alla biblioteca del centro scrittorio, si citano: il Chronicon di Orosio, un codice miniato del VII secolo oggi conservato alla Biblioteca Ambrosiana di Milano e l'Antifonario di Bangor, un manoscritto irlandese del tardo VII secolo, proveniente dal monastero di Bangor ed anch'esso oggi presso la Biblioteca Ambrosiana, che secondo la tradizione sarebbe stato portato a Bobbio dallo stesso san Colombano, probabilmente fu nelle mani del santo irlandese, ma pervenne al monastero bobbiense solo attorno al IX secolo dopo le incursioni vichinghe.
Fonte: Wikipedia
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