La notte tra il 13 ed il 14 settembre 1321 muore a Ravenna Dante Alighieri, uno dei padri della letteratura italiana. Non si conosce la data esatta di nascita, collocata intorno alla primavera del 1265. La sua famiglia era legata alla corrente dei Guelfi senza un impegno attivo. Una carriera politica di rilievo fu intrapresa, invece, da Dante che però, nonostante l'appartenenza alla corrente guelfa, era avverso al papa Bonifacio VIII. Quando i Guelfi, sconfitti e cacciati da Firenze i Ghibellini con la battaglia di Campaldino si divisero in due schieramenti diversi, per Dante, allora Priore nel Consiglio dei Dodici, si delineò - a suo stesso dire - l'inizio della sua rovina. La rivalità tra Guelfi Neri e Bianchi, portò il Consiglio a prendere una decisione per ottenere una tregua in una Firenze lacerata dalle continue battaglie tra le due fazioni. I capi Corso Donati e Vieri De' Cerchi, rispettivamente alla guida dei Neri e dei Bianchi, vennero esiliati. Dante votò a favore del provvedimento. Prima che questo fosse messo in atto intervenne Carlo Di Valois per aiutare il Papa e mise a ferro e fuoco la città iniziando una persecuzione contro tutti coloro che dimostravano ostilità nei confronti di Bonifacio VIII. Fu colpito anche Dante che, tra l'altro, da Bonifacio VIII stesso era stato ingiustamente trattenuto a Roma quando la Repubblica lo aveva inviato come ambasciatore di pace. Non rivide più la sua città.
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