San Giorgio (Cappadocia, 275-285 circa – Nicomedia, 23 aprile 303) è stato un santo greco antico, venerato come martire dalla quasi totalità delle chiese cristiane che ammettono il culto dei santi e chiamato megalomartire. San Giorgio è inoltre onorato dai musulmani con il titolo di "profeta". Visse nel III secolo e morì prima di Costantino I, probabilmente sotto le mura di Nicomedia secondo alcune fonti nel 303. Il suo culto risale al IV secolo. Non esistono notizie biografiche certe su san Giorgio. Le principali informazioni provengono dalla Passio Georgii che già però il Decretum Gelasianum del 496 classificava tra le opere apocrife. Secondo questa fonte, Giorgio era originario della Cappadocia (regione dell'odierna Turchia), figlio di Geronzio, persiano, e Policromia, cappadoce, nato verso l'anno 280. I genitori lo educarono alla religione cristiana. Trasferitosi in Palestina, si arruolò nell'esercito dell'imperatore Diocleziano, comportandosi da valoroso soldato fino al punto di giungere a far parte della guardia del corpo dello stesso Diocleziano, divenendo ufficiale delle milizie. Il martirio sarebbe avvenuto sotto Diocleziano stesso (che però in molte versioni è sostituito da Daciano imperatore dei Persiani), il quale convoca settantadue re per decidere che misure prendere contro i cristiani. Giorgio dona ai poveri tutti i suoi averi, e, davanti alla corte, si confessa cristiano; all'invito dell'imperatore di sacrificare agli dei si rifiuta ed iniziano le numerose scene di martirio. Secondo la leggenda venne battuto, sospeso, lacerato e gettato in carcere dove ebbe una visione di Dio che gli predisse sette anni di tormenti, tre volte la morte e tre la resurrezione. Tagliato in due con una ruota piena di chiodi e spade, Giorgio risuscita operando la conversione del magister militum Anatolio con tutti i suoi soldati, che vengono uccisi a fil di spada; entra in un tempio pagano e con un soffio abbatte gli idoli di pietra; converte l'imperatrice Alessandra che viene martirizzata. A richiesta del re Tranquillino, Giorgio risuscita due persone morte da quattrocentosessant'anni, le battezza e le fa sparire. L'imperatore Diocleziano lo condanna nuovamente a morte e il santo, prima di essere decapitato, implora Dio che l'imperatore e i settantadue re siano inceneriti; esaudita la sua preghiera, Giorgio si lascia decapitare promettendo protezione a chi onorerà le sue reliquie, le quali sono conservate in una cripta sotto la chiesa cristiana (di rito Greco-Ortodosso), a Lydda (l'odierna Lod, in Israele). Si narra che in una città chiamata Selem, in Libia, vi fosse un grande stagno, tale da poter nascondere un drago, che, avvicinandosi alla città, uccideva con il fiato tutte le persone che incontrava. Gli abitanti gli offrivano per placarlo due pecore al giorno, ma quando queste cominciarono a scarseggiare furono costretti a offrirgli una pecora e un giovane tirato a sorte. Un giorno fu estratta la giovane figlia del re, la principessa Silene. Il re, terrorizzato, offrì il suo patrimonio a metà del regno, ma la popolazione si ribellò, avendo visto morire tanti suoi figli. Dopo otto giorni di tentativi, il re alla fine dovette cedere e la giovane si avviò verso lo stagno per essere offerta al drago. In quel momento passò di lì il giovane cavaliere Giorgio, il quale, saputo dell'imminente sacrificio, tranquillizzò la principessa, promettendole il suo intervento per evitarle la brutale morte. Poi disse alla principessa Silene di non aver timore e di avvolgere la sua cintura al collo del drago; il quale prese a seguirla docilmente verso la città. Gli abitanti erano atterriti nel vedere il drago avvicinarsi, ma Giorgio li tranquillizzò dicendo loro di non aver timore poiché «Iddio mi ha mandato a voi per liberarvi dal drago: se abbraccerete la fede in Cristo, riceverete il battesimo e io ucciderò il mostro». Allora il re e la popolazione si convertirono e il cavaliere uccise il drago e lo fece portare fuori dalla città trascinato da quattro paia di buoi. La leggenda era sorta al tempo delle Crociate, e probabilmente, fu influenzata da una falsa interpretazione di un'immagine dell'imperatore cristiano Costantino, trovata a Costantinopoli, in cui il sovrano schiacciava col piede un enorme drago, simbolo del «nemico del genere umano». La fantasia popolare ricamò sopra tutto ciò, e il racconto, passando per l'Egitto, dove San Giorgio ebbe dedicate molte chiese e monasteri, divenne una leggenda affascinante, spesso ripresa nell'iconografia. San Giorgio non è l'unico personaggio che uccide un drago: anche ad altri le leggende riconoscono simili imprese, come ad esempio in Italia san Mercuriale, protovescovo e patrono di Forlì, spesso raffigurato nell'atto di rinchiudere appunto un drago in un pozzo. È facile anche confondere san Giorgio, soprattutto nelle icone greche, con san Demetrio: le differenze tra i due santi sono, sempre per quanto riguarda l'iconografia greca, il colore del cavallo (Giorgio lo ha bianco, Demetrio nero) e il "bersaglio" del cavaliere (Giorgio uccide un drago, Demetrio un moro). Anche san Teodoro martire d'Amasea nell'iconografia è rappresentato a cavallo o a piedi in atto di uccidere un drago o un serpente. Nell'iconografia San Giorgio spesso compare con l'epiteto "O Τροπαιοφόρος" (il vittorioso). Grande venerazione riscosse il sepolcro del martire; le sue reliquie furono trasferite, probabilmente durante l'invasione persiana all'inizio del sec. VII o, poco dopo, all'arrivo dei musulmani in Palestina. Nel Medioevo la lotta di san Giorgio contro il drago diviene il simbolo della lotta del bene contro il male e per questo il mondo della cavalleria vi vide incarnati i suoi ideali. La leggenda del soldato vincitore del drago contribuì al diffondersi del suo culto che divenne popolarissimo in Occidente ed in tutto l'Oriente bizantino, ove è per eccellenza il «grande martire» e il «trionfatore». Rapidamente egli divenne un santo tra i più venerati in ogni parte del mondo cristiano. Vari Ordini cavallereschi portano oggi il suo nome e i suoi simboli, fra i più conosciuti si hanno: l'Ordine della Giarrettiera, l'Ordine Teutonico, l'Ordine Militare di Calatrava; il Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, e molti altri. Il nome di san Giorgio era invocato contro i serpenti velenosi, la peste, la lebbra e la sifilide e, nei paesi slavi, contro le streghe. A testimonianza dell'ampia diffusione del culto di san Giorgio sono le numerosissime chiese dedicate al suo nome. La festa liturgica si celebra il 23 aprile. La sua memoria è celebrata in questo giorno anche nei riti siro e bizantino. Viene onorato, almeno dal IV secolo, come martire di Cristo in ogni parte della Chiesa. Nel 1969 la Chiesa cattolica declassò il santo nella liturgia a una memoria facoltativa, ma la devozione dei fedeli è continuata. Dal 1996, dietro autorizzazione ecclesiastica, san Giorgio è il santo protettore delle "Guardie Particolari Giurate". San Giorgio venne utilizzato, proprio per certe sue prerogative, come iconografia anche nella Rivoluzione di Ottobre, ad esempio con Lev Trotsky nei panni del santo od altre con una Guardia Rossa sempre impersonificante il santo. Secondo vari studiosi, tra cui lo scrittore scozzese Robert J. Stewart, San Giorgio e San Michele sono eredi dell'immagine dell'eroe radioso che uccide un drago, parte della fase solare del mito della creazione il cui archetipo fu il dio babilonese Marduk. In Italia il culto per san Giorgio fu assai diffuso e le città e i comuni di cui è patrono sono più di cento, di cui uno capoluogo di regione (Campobasso), e due capoluoghi di provincia (Ferrara e Reggio Calabria), inoltre si contano ben ventuno comuni che portano il suo nome. Erroneamente, molti pensano che San Giorgio sia anche il santo patrono di Genova, in quanto uno dei suoi simboli storici. In realtà il patrono del capoluogo ligure è San Giovanni Battista. A Roma, Belisario (ca 527) affidò alla protezione del santo la porta di san Sebastiano e la chiesa del Velabro, dove venne poi trasferito il cranio di san Giorgio, trovato in Cappadocia da papa Zaccaria (744 – 752). La sua croce rossa in campo bianco è simbolo anche di Genova, Bologna e di Milano. Nella provincia di Ferrara il culto è particolarmente diffuso poiché spesso, nella credenza popolare dell'alto Medioevo, il Po ed altri corsi minori venivano considerati la tana di un drago che san Giorgio avrebbe ucciso salvando gli abitanti. In realtà il drago è stato identificato come metafora della pericolosità delle piene del fiume che rischiavano di distruggere Ferrara e gli altri centri della zona. A Ferrara le due chiese principali gli sono dedicate. Ad Argenta invece, è presente la pieve di San Giorgio, addirittura precedente alla nascita della città di Ferrara, a provare l'antichità del culto del santo. Gli è dedicato il palio di Ferrara nel quale il premio è appunto il drappo del "santo Zorzo" (san Giorgio nel locale dialetto), mentre a Gubbio è uno dei tre santi nel cui nome si svolge la festa dei ceri (o "corsa") ogni 15 maggio. A Soriano nel Cimino, a san Giorgio è dedicata un'antica chiesa romanica risalente all'XI secolo e porta il suo nome una delle quattro contrade che partecipano alla "Sagra delle Castagne", una delle più importanti manifestazioni medioevali in Italia. Durante il corteo storico viene rievoca la battaglia del santo contro il Drago, con un grande carro allegorico in cui compaiono i protagonisti della vicenda. A Porto San Giorgio la chiesa principale è dedicata a San Giorgio e inoltre il 23 aprile si festeggia il santo patrono con una fiera e una processione che attraversa la città. San Giorgio Martire è il Santo Patrono di Villaputzu (Ca). Si festeggia il 15 maggio con l'uscita del santo in processione su un carro sardo trainato da una coppia di buoi, accompagnato oltre che dai fedeli, dal suono delle launeddas e gruppi in costume sardo. Segue la Santa Messa Solenne e successivamente proseguono i festeggiamenti nel sagrato della Chiesa. Vi è una processione anche a Vieste, in Puglia, una a Modica una a Ragusa Ibla, ed un'altra a Prizzi ed a Piana degli Albanesi provincia di Palermo, in Sicilia. Viene festeggiato inoltre a Marineo, sempre in provincia di Palermo, il 23 aprile. A Caresana, paesino della provincia di Vercelli, ogni anno l'ultima domenica di aprile si scioglie il voto a san Giorgio con la centenaria Corsa dei Buoi, che consiste nel far correre gli animali per duecento metri partendo dalla Chiesetta del Santo. Trenzano lo aveva come patrono in passato, prima dell'avvento di San Gottardo. A Locorotondo oltre ad essere Patrono principale, San Giorgio, è anche protettore.(San Rocco)invece è il compatrono. In questo borgo ci sono molti festeggiamenti per San Giorgio e la comunità vanta una bellissima (e pesante) statua lignea. La sera del 23 aprile di ogni anno vi è una processione con carro trionfale sormontato dal quadro di S. Giorgio Martire nel grazioso borgo di Loseto, comune autonomo fino al 1937 ed ora quartiere di Bari, dove il santo martire è venerato come santo patrono. Il quadro raffigurante il santo nell'atto di uccidere il drago è conservato sul marmoreo altare della settecentesca Chiesa Matrice di S.Giorgio. Vi si venera anche una bella statua del martire cristiano. A Martone R.C. il 23 aprile si venera con la solenne messa e la processione. La 2ª domenica di agosto al rientro degli emigranti la festa dura 3 giorni Venerdì taglio da ntinna (albero della cuccagna) Sabato Arzata da ntinna (alzata dell'albero della cuccagna) molto caratteristico alto 26 m. Domenica processione per le vie del paesino, la sera alle 22,00 la discesa, il santo dalla chiesa matrice rientra nella sua chiesetta. In Germania sono a lui dedicate molte acque ritenute miracolose. La città tedesca di Friburgo in Brisgovia ha lui come santo patrono. San Giorgio è anche patrono dell'Inghilterra, del Portogallo e della Lituania. A lui Antoni Gaudí dedicò la Casa Batllò a Barcellona. Il santo è posto a protezione della Catalogna e il 23 aprile (in catalano: diada de Sant Jordi) i catalani, con una tradizione che risale probabilmente al secolo XV, festeggiano la giornata degli innamorati, in cui le coppie di amanti, ma anche gli amici, genitori e figli, si regalano delle rose e dei libri. La festa è molto popolare e, dal punto di vista dei catalani, è anche diventata una rivendicazione della loro cultura e valori nazionali. Da ricordare ancora che portarono il suo nome sei re di Gran Bretagna e Irlanda, due re di Grecia e altri dell'Est europeo. A Malta vi è una "Baia di san Giorgio". È presente anche sullo stemma di Mosca. Tra gli Slavi di Carinzia assume l'aspetto folcloristico di un rito per ottenere la pioggia (Giorgio verde); tra i Georgiani, invece, si celebra il 14 agosto e ha preso il posto di una festa al dio Luno (Giorgio bianco). Altri paesi slavi sostituirono il culto di Jarylo con quello di san Giorgio. In Istria la leggenda racconta che il santo avrebbe ucciso un drago anche presso la città di Pirano (Piran) in cui gli è dedicato il duomo e un capitello con dipinto raffigurante l'impresa, vicino alla piazza. Secondo un articolo apparso sul Daily Mail la Chiesa d'Inghilterra avrebbe considerato la possibilità di dichiarare sant'Albano patrono al posto di san Giorgio; il motivo sarebbero le scarse informazioni sulla sua storicità, ma anche la diminuzione della devozione verso la sua figura negli ultimi anni. In Croazia San Giorgio è il santo patrono del comune di Đurđevac e del comune di Sveti Đurđ (San Giorgio). San Giorgio è stato il santo patrono della città croata di Sussak (Sušak). Nel 1947, Sussak fu amalgamata a Fiume. In seguito all'unificazione fu stabilito che il santo patrono della neonata città sarebbe stato san Vito, che fino ad allora era stato il Patrono di Fiume. In Serbia San Giorgio è uno degli due santi patroni (l'altro è San Sava). San Giorgio è anche patrono del Montenegro. San Giorgio è inoltre il patrono dei Rom, i quali lo celebrano il 6 di maggio con la loro più importante festa, detta in romanè Gurgevdan (pronuncia: Giurgevdan). È patrono dell'Etiopia e della Georgia. San Giorgio è da sempre considerato santo patrono degli Scout e delle Guide. Questo non per le origini inglesi del movimento, bensì per la simbologia a lui legata, dei cavalieri e del bene che sconfigge il male. Nella tradizione italiana la Festa di san Giorgio è il giorno del rinnovo dedicato al rinnovo della promessa, proprio per la vicinanza del cerimoniale della promessa a quello della cavalleria. Nei pressi di questa data spesso vengono organizzate attività intergruppo chiamate Campo San Giorgio, che si svolgono attorno al 23 aprile. Anche nelle associazioni scout non confessionali (come per esempio quella britannica o il Corpo Nazionale Giovani Esploratori Italiani) il giorno di san Giorgio viene sempre festeggiato, spesso con una parata.
Fonte: Wikipedia
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