La Perdonanza Celestiniana è un evento storico-religioso che si tiene annualmente all'Aquila e che ha il suo apice con l'apertura della Porta Santa il 28 agosto.Il nome deriva dalla Bolla pontificia che il papa Celestino V emanò nel 1294 e con cui concesse l'indulgenza plenaria a chiunque, confessato e comunicato, entri nella basilica di Santa Maria di Collemaggio dai vespri del 28 agosto a quelli del 29. L'evento, che nel 2013 celebra la sua 719ª edizione, è dunque precursore del Giubileo istituito da papa Bonifacio VIII nel 1300 ed è stato nel tempo accompagnato da numerose altre manifestazioni di carattere civico e storico che si svolgono durante tutta l'ultima settimana di agosto.Nel 2011 la ricorrenza è stata riconosciuta Patrimonio d'Italia per la tradizione ed è stata avanzata la richiesta per il suo inserimento nella lista dei Patrimoni orali e immateriali dell'umanità patrocinata dall'Unesco. Sul finire del XIII secolo L'Aquila era una giovane città che, avendo rapidamente accresciuto il suo potere ed essendosi schierata con la Chiesa nella contesa tra papato e impero, era già stata distrutta da Manfredi e rifondata per mano di Carlo I d'Angiò; la rifondazione angioina le donò inoltre una particolare struttura urbanistica formata da numerosi spazi urbani (locali) facenti riferimento ognuno ad un particolare villaggio della conca aquilana che aveva contribuito alla fondazione della città. Ciascun locale disponeva di una piazza, di una fontana e di una chiesa il che accentuò e radicalizzò tra i nuovi abitanti il senso di appartenenza al castello di provenienza. In questo quadro storico la città ospitò nel 1275 Pietro Angeleri (meglio noto come Pietro del Morrone), un religioso che, abbandonata la vita da eremita, aveva trovato temporaneamente rifugio presso l'abbazia di Santa Maria dell'Assunzione su un promontorio poco fuori le mura dell'Aquila denominato Colle di Maggio: qui incontrò in sogno la Vergine Maria e con lei concordò la costruzione di una nuova maestosa chiesa in quel luogo. I lavori cominciarono nel 1287 e l'anno successivo, precisamente il 25 agosto 1288 venne consacrata la basilica di Santa Maria di Collemaggio.
Nel frattempo la Chiesa era alle prese con un difficile conclave riunitosi in seguito alla morte di papa Niccolò IV avvenuta il 4 aprile 1292. Le riunioni, che si rivelarono a lungo infruttuose, si tennero in numerose sedi romane prima dell'epidemia di peste che causò la morte di un porporato e indusse allo scioglimento dell'assemblea. Nel 1293 il conclave si riunì di nuovo nella nuova sede di Perugia e fu sollecitato dallo stesso Pietro del Morrone a trovare nel più breve tempo possibile un nuovo pastore; a quel punto l'eremita venne candidato e finalmente, il 5 luglio 1294 il conclave lo designò all'unanimità nuovo pontefice.Una delegazione di tre vescovi fu incaricata di portare la notizia a Pietro del Morrone che si trovava sulla Maiella e contestualmente si mosse alla volta degli Abruzzi anche Carlo II d'Angiò. L'eremita accettò l'investitura non senza titubanze e, all'alba del 25 luglio 1294, un corteo si mosse da Sulmona per raggiungere L'Aquila dove era stato convocato il Sacro Collegio. Il 29 agosto 1294 nella basilica di Santa Maria di Collemaggio, da lui stesso fatta costruire, ed alla presenza di re Carlo II d'Angiò, di suo figlio Carlo Martello e numerosi tra cardinali e principi, gli furono consegnate le vesti pontificali e l'eremita divenne papa con il nome di Celestino V. Celestino fu in realtà protagonista di un papato brevissimo, si dimise nel dicembre dello stesso anno e morì imprigionato nel 1296, ma i suoi quattro mesi di pontificato non furono privi di importanza. Il 29 settembre 1294 promulgò infatti una bolla pontificia con cui concedeva un'indulgenza plenaria a tutta l'umanità, senza distinzioni. Un evento eccezionale, visto che accadeva in un periodo in cui il perdono era spesso legato alla speculazione e al denaro. La bolla, nota come Bolla del Perdono, introduceva i concetti di pace, solidarietà e riconciliazione, e poneva solo due condizioni per ottenere il perdono: l'ingresso nella basilica di Santa Maria di Collemaggio «dai vespri della vigilia della festività di San Giovanni fino ai vespri immediatamente seguenti la festività», ovvero nell'arco di tempo compreso tra la sera del 28 e quella del 29 agosto (anniversario della sua investitura) di ogni anno, e l'essere «veramente pentiti e confessati».Emanando la Bolla del Perdono, Celestino V stabilì quindi un precedente del Giubileo; la consuetudine d'un periodico anno santo infatti, che Papa Bonifacio VIII avrebbe introdotto con cadenza secolare nel 1300, trova così la sua prima formulazione (unica nel mondo a cadenza annuale) nel capoluogo abruzzese. La tradizione popolare vuole che per lucrare l'indulgenza si debba attraversare una porta specifica detta Porta Santa posta sul lato sinistro della basilica, ed aperta solo in occasione della Perdonanza, ma in realtà la bolla chiede solo di entrare nella chiesa. D'altronde, tale porta non esisteva all'epoca di Celestino V, ma fu aggiunta secoli dopo.
La Cerimonia del Perdono
La prima celebrazione ebbe luogo nel 1295 contro la volontà del nuovo pontefice Bonifacio VIII che in data 18 agosto aveva persino fatto promulgare una nuova bolla per annullare quella del suo predecessore. Il documento, che era stato conservato all'interno degli archivi comunali perché i cittadini vollero che fosse l'autorità civile a indire la Festa del Perdono, seppur rispettando il dettato di papa Celestino V, venne portato in corteo sino alla basilica di Santa Maria di Collemaggio dove venne mostrata ai fedeli. Da questo momento il 28 agosto costituì un appuntamento fondamentale per i pellegrini e i mercanti che giungevano in città, punto di passaggio oramai obbligato sulla Via degli Abruzzi che da Firenze portava a Napoli.
La cerimonia divenne ancor più importante a partire dal 1327, quando le spoglie di papa Celestino V furono traslate nella basilica aquilana e conservate in un apposito mausoleo. Nel XV secolo invece, per imitazione di quanto avveniva in occasione del Giubileo romano, venne predisposto l'accesso ai fedeli da un portale laterale denominato Porta Santa.
La Cerimonia oggi
Con il passare dei secoli l'evento piombò tuttavia nel disinteresse generale tanto che nella seconda metà del XX secolo la cerimonia detta della Perdonanza, termine moderno derivante da un medievalismo di Gabriele d'Annunzio, era oramai limitata alla funzione religiosa e a poco altro. Solo tra gli anni settanta ed ottanta vi fu una rivitalizzazione della figura di Celestino V e del carattere universale della sua Bolla del Perdono. Nel 1983, l'allora sindaco Tullio De Rubeis decise di rilanciare la cerimonia: parallelamente alle manifestazioni religiose fu ripristinato il corteo storico (il Corteo della Bolla) per portare il documento dal Palazzo Margherita (dove era stato trasferito dalla vecchia sede del Forte spagnolo) fino alla basilica di Santa Maria di Collemaggio immediatamente prima dell'apertura della Porta Santa. L'artista Remo Brindisi fu incaricato di progettare la nuova teca a forma di aquila con cui viene portata la bolla. Grazie alla collaborazione di storici ed artisti aquilani furono inoltre messe in atto numerose altre manifestazioni di carattere civico e sociale che sono andate ad occupare l'intera settimana precedente il rito religioso accentuando il doppio carattere secolare e religioso della festa.
All'inizio del XXI secolo è stata migliorata nuovamente l'offerta di celebrazioni e spettacoli che hanno avuto luogo nella settimana santa. Basti pensare che si sono esibiti durante la Perdonanza artisti del calibro di Biagio Antonacci, Franco Battiato, Goran Bregovic, Carmen Consoli, Pino Daniele, Fiorella Mannoia, Ennio Morricone, Massimo Ranieri, Zucchero e molti altri.
Il Fuoco MarRone
L'accensione del tripode posto sulla torre civica di Palazzo Margherita, denominato Fuoco del Morrone, è considerato l'inizio della manifestazione. La cerimonia ha generalmente luogo il 23 agosto. Questa tradizione si rifà al corteo con cui Pietro del Morrone, in sella ad un asino, partì dall'eremo sulla Maiella e fece il suo ingresso trionfale all'Aquila il 29 agosto 1294, giorno della sua investitura. Il pellegrinaggio iniziò il 5 luglio; vennero attraversate le località di Sulmona, Pratola Peligna e Castelvecchio Subequo e ad esso parteciparono molte personalità di spicco dell'epoca, tra le quali il re Carlo II d'Angiò, il figlio Carlo Martello ed il cardinale Pietro Colonna.Dagli anni ottanta il cammino è riproposto come evento precedente la settimana santa della Perdonanza; i tedofori arrivano in Piazza Palazzo ed accendono con la fiaccola (il Fuoco, appunto, proveniente dalle montagne del Morrone) il tripode posto sulla torre civica, la stessa in cui è custodita la Bolla del Perdono.
Il Corteo della Bolla
Proprio la bolla è la principale protagonista della manifestazione. Gli antichi statuti civici vollero che, proprio perché erano stati i cittadini a proteggerlo, fosse l'autorità civile a conservare il prezioso documento e ad indire la Perdonanza. In realtà fino al 1983 la Bolla del Perdono era sotto protezione della Soprintendenza ai Beni Culturali ed esposta in una sala secondaria del Museo Nazionale d'Abruzzo, all'interno del Forte spagnolo. Solo successivamente è stata riacquisita dal Comune e trasferita nella sede municipale, in una cappella blindata. , sede dalla quale è stata nuovamente spostata solo nel 2009 per i danneggiamenti del palazzo dovuti al terremoto del 2009.Il 28 agosto, giorno d'inizio dell'indulgenza, la bolla fa la sua annuale comparsa al cospetto della cittadinanza al termine di un corteo storico che da Palazzo Margherita raggiunge la basilica di Santa Maria di Collemaggio. La rievocazione, istituita anch'essa nel 1983 dallo storico aquilano Errico Centofanti, vede le principali autorità civili e religiose sfilare insieme a numerosi figuranti in abiti d'epoca, tutti rigorosamente ispirati alle fogge quattrocentesche tanto da recare gli antichi colori civici, il bianco e rosso, oggi non più utilizzati. Tra i "forestieri" si segnala l'annuale presenza delle autorità di Rottweil, città gemellata in virtù dell'operato di Adamo da Rottweil che introdusse nel capoluogo abruzzese la stampa a caratteri mobili, e della Nobile Contrada dell'Aquila di Siena; altro elemento interessante sono i gonfaloni dei Quarti, ovvero i rioni storici in cui fu divisa la città durante la rifondazione angioina.
Tre sono i personaggi principali tra i figuranti:
- La Dama della Bolla è la ragazza scelta per portare la Bolla del Perdono. In realtà dal 1997 per esigenze di conservazione la Dama reca solo la teca, poggiata su un cuscino, dove precedentemente era custodito il documento
- Il Giovin Signore è il ragazzo che accompagna la Dama e reca il ramo d'ulivo utilizzato nell'apertura della Porta Santa
- La Dama della Croce è la ragazza che porta il dono (la Croce appunto) con cui la cittadinanza ringrazia colui che aprirà la porta.
Il percorso comprende generalmente il passaggio per Piazza Palazzo, Corso Vittorio Emanuele II, Corso Federico II, Viale Francesco Crispi e Viale di Collemaggio sino alla basilica.
Apertura della porta Santa
L'apertura della Porta Santa indica l'inizio dell'indulgenza, ed ha luogo il 28 agosto al tramonto, cioè al termine del corteo storico. Questa tradizione trova le sue origini nel XV secolo allorché, per imitazione di quanto accadeva a Roma con il Giubileo, venne predisposto l'ingresso alla basilica di Santa Maria di Collemaggio mediante un'entrata laterale che porta così il nome di Porta Santa; in realtà la Bolla del Perdono non ne fa cenno. La cerimonia prevede la consegna del documento alla massima autorità civica (oggi il sindaco) che lo legge alla cittadinanza, contribuendo ad alimentari i valori sociali e storici del rito religioso: la Bolla del Perdono, la cui autenticità è stata riconosciuta nel 1967 da Papa Paolo VI, rimane poi esposta per un giorno intero all'interno della basilica. Quindi un cardinale, appositamente designato dalla Santa Sede, batte per tre volte sulla porta con un ramo d'ulivo, donatogli dal Giovin Signore e rende possibile l'ingresso alla basilica e quindi il raggiungimento dell'indulgenza. Il cardinale viene poi ringraziato dal sindaco con un dono consegnatogli dalla Dama della Croce.
Fonte: Wikipedia
Testo in Latino della Bolla
Il testo originale della Bolla
«Celestinus episcopus, servus servorum Dei, universis Christi fidelibus presentes litteras inspecturis, salutem et apostoli/cam benedictionem. Inter santorum solennia sancti Johannis Baptiste memoria eo est solennius honoranda, quo ipse de alve sterilis / matris procedens fecundus virtutibus, sacris eulogiis et facundus fons, apostolorum labium et silentium prophetarum, in terris Christi pre/sentiam, caliginantis mundi lucernam, ignorantie obtectis, tenebris, verbi preconio et indicis signo mirifico nuntiavit, propter quod eius / gloriosum martyrium mulieris impudice indictum intuitu misteraliter et secutum. Nos qui in ipsius Sancti decollatione capitis / in ecclesia sancte Marie de Collemayo Aquilensi, ordinis sancti Benedicti, suscepimus diadematis impositum capiti nostro insigne, / hymnis et canticis ac fidelium devotis oraculis cupimus venerabilius honorari. Ut igitur ipsius decollationis festivitas in dicta / ecclesia precipuis extollatur honoribus et populi Domini devota frequentia tanto devotius et ferventius honoretur, quanto inibi que/rentium Dominum supplex postulatio gemmas Ecclesie donis micantes spiritualibus sibi reperiet in eternis tabernaculis profuturas, omnes / vere penitentes et confessos qui a vesperis eiusdem festivitatis vigilie usque ad vesperas festivitatem ipsam immediate sequentes ad / premissam ecclesiam accesserint annuatim et omnipotentis Dei misericordia et beatorum Petri et Pauli apostolorum eius auctoritate / confisi a baptismo absolvimus a culpa et pena quam pro suis merentur commissis omnibus et delictis. Datum Aquile / III kalendas octobris, pontificatus nostri anno primo».
Testo in italiano della Bolla
«Celestino Vescovo servo dei servi di Dio, a tutti i fedeli di Cristo che prenderanno visione di questa lettera, salute e apostolica benedizione. Tra le feste solenni che ricordano i santi è da annoverare tra le più importanti quella di San Giovanni Battista in quanto questi, pur provenendo dal grembo di una madre sterile per vecchiezza, tuttavia fu ricolmo di virtù e fonte abbondante di sacri doni, fu voce degli Apostoli, avendo concluso il ciclo dei profeti, ed annunziò la presenza di Cristo in terra mediante l’annuncio del Verbo e miracolose indicazioni, annunziò quel Cristo che fu luce nella nebbia del mondo e delle tenebre dell’ignoranza che avvolgevano la terra, per cui per il Battista seguì il glorioso martirio, misteriosamente imposto dall’arbitrio di una donna impudica in virtù del compito affidatole. Noi, che nel giorno della decollazione di San Giovanni, nella chiesa benedettina di Santa Maria di Collemaggio in Aquila ricevemmo sul nostro capo la tiara, desideriamo che con ancor più venerazione tal Santo venga onorato mediante inni, canti religiosi e devote preghiere dei fedeli. Affinché, dunque, in questa chiesa la festività della decollazione di San Giovanni sia esaltata con segnalate cerimonie e sia celebrata con il concorso devoto del popolo di Dio, e tanto più devotamente e fervidamente lo sia quanto più in tale chiesa la supplice richiesta di coloro che cercano Dio troveranno tesori della Chiesa che risplendono dei doni spirituali che gioveranno nella futura vita, forti della misericordia di Dio onnipotente e dell’autorità dei suoi apostoli SS. Pietro e Paolo, in ogni ricorrenza annuale della festività assolviamo dalla colpa e dalla pena, conseguenti a tutti i loro peccati commessi sin dal Battesimo, quanti sinceramente pentiti e confessati saranno entrati nella chiesa di Santa Maria di Collemaggio dai vespri della vigilia della festività di San Giovanni fino ai vespri immediatamente seguenti la festività. Dato in Aquila, 29 settembre, nell’anno primo del nostro pontificato».
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