Il castello di Porto de Mós è un'opera architettonica dalle caratteristiche uniche, eretta sui resti di un punto di vedetta romano, che ha accumulato nel corso degli secoli influenze militari, gotiche e rinascimentali. La struttura base è pentagonale con torrette di rinforzo agli angoli, anche se purtroppo una è andata perduta. Le due torri che compongono la facciata principale sono ornate da cupole piramidali con finitura in ceramica verde che crea un bell'effetto di brillio sotto i raggi del sole.
Si ritiene che l'occupazione del sito risalga alla preistoria, come testimoniano i frammenti di ceramica recuperati durante scavi archeologici, mentre del periodo di occupazione romana sono testimoni le due pietre scolpite rinvenute con iscrizioni latine. Questa fortificazione primitiva sarebbe stata aumentata nei secoli successivi, prima dai Visigoti e poi dai Musulmani. Al tempo della riconquista cristiana della penisola iberica, essendo le forze di D. Afonso Henriques (1112-1185) avanzate fino alla linea del fiume Tejo, Porto de Mós divenne un punto strategico per la difesa di Leiria e Coimbra. La fortezza fu conquistata ai Mori nel 1148 ma poco più tardi questi tornarono ad impossessarsene.
D. Fuas Roupinho, che era riuscito a fuggire, tornò successivamente con dei rinforzi e riuscì a riprenderla sconfiggendo in modo definitivo il comandante di saraceni Gámir de Mérida e diventando il primo alcaide (sindaco) della città. Con l'incentivo all'insediamento sotto il regno di D. Sancho I (1185-1211) la città prosperò e la sua difesa ricevette importanti lavori di miglioria. Gelosa dei propri diritti e doveri, Porto de Mós è stata una delle rare località portoghesi che si sia costituita come contea di propria iniziativa, indipendentemente dalla concessione di una carta. Nuovi lavori furono promossi durante il regno del re Dinis (1279-1325), che concesse alla città uno statuto (1305) e iniziò la trasformazione del castello a residenza signorile, donandola successivamente alla sua sposa, la regina D. Isabel. Nel 1385, il castello di Porto de Mós torna a giocare un ruolo decisivo in quello che sarebbe diventato una pietra miliare nella storia del Portogallo, la battaglia di Aljubarrota, per ospitare le truppe D. João I e D. Nuno Alvares Pereira nelle notti precedenti lo scontro, notti durante le quali si discussero e pianificarono le strategie di guerra che avrebbero dato l'indipendenza definitiva al paese.
In seguito la città, il castello e i suoi dominii fecero parte dell'ampia concessione di terre e diritti fatta dal sovrano a D. Nuno Alvares Pereira. Alla morte di questo i possedimenti passarono in eredità alla figlia e al genero, il primo duca di Braganza. È nelle loro mani che la struttura medievale cessa definitivamente le sue funzioni militari per passare ad essere palazzo residenziale. Nella metà del XV secolo il figlio del primo duca di Braganza, D. Afonso, quarto conte di Ourém e primo marchese di Valençia, uomo colto e viaggiatore sensibile alle influenze rinascimentali che cominciavano allora a risvegliarsi in Europa, inizia lavori di restauro al castello su progetto rinascimentale che più tardi i discendenti hanno conservato e ampliato. Il terremoto del 1755 e, di nuovo in misura minore, quello del 1909 causarono ingenti danni all'edificio, distruggendo soprattutto il lato nord. È del 1936 il primo intervento di recupero del monumento al quale poi ne sono seguiti degli altri.
Il Castello di Porto de Mós è classificato dal 1910 come Monumento Nazionale.
Articolo ed immagini di Isabel Giustiniani del sito www.isabelgiustiniani.com. Tutti i diritti riservati
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