Il Manoscritto Nestoriano è la più antica cronaca russa (in antico russo: Повѣсти времѧньных лѣт, Pověsti vremęnĭnykh lět, in lingua russa: Повесть временных лет, Povest' vremennych let, ossia i Racconti degli anni passati, talvolta conosciuta anche come Cronaca di Nestor). L'opera è la storia del Rus' di Kiev, il più antico stato Rus', dal 850 al 1110 e si suppone sia stata scritta intorno al 1116. La Cronaca è una fonte primaria di informazioni sulla storia del periodo ed è fondamentale per la storia della Russia, della Bielorussia, dell'Ucraina e della Polonia. Per lungo tempo la stesura fu attribuita a un monaco di nome Nestor e perciò nella storiografia russa è conosciuta come "Cronaca di Nestor" o, appunto, "Manoscritto Nestoriano" . Attualmente si ritiene che la "Cronaca" sia un collage di molti frammenti di cronache e che l'attribuzione a Nestor sia legata al suo ruolo di estensore di parte del materiale e di raccolta degli altri contributi. Altri frammenti sono attribuiti a tale Silvestro di Kiev, che fu egumeno (priore) del convento di San Michele nel villaggio di Vydubyči (vicino a Kiev), durante il regno di Vladimir II Monomaco. L'originale del manoscritto è andato perduto e la copia più antica ha sicuramente subito integrazioni posteriori, così che è molto difficile stabilire l'esatto contenuto del testo originale e da quante mani sia stato scritto. Numerosi studiosi hanno tentato di ricostruire il testo originale basandosi sulle copie posteriori e su annotazioni provenienti da altre cronache. La Cronaca è giunta a noi attraverso numerosi manoscritti sfortunatamente non contemporanei ad essa, il più antico dei quali, detto Codice Laurenziano, risale al XIV secolo (1377). Tale copia deve il suo nome al monaco Lavrentij, che ne fece la copia su ordine di Dmitri Kostantinovič, principe di Suzdal'. Il manoscritto comprende molto aggiunte provenienti da cronache contemporanee come da quelle di Volinia e di Velikij Novgorod. La "Cronaca", come molte altre cronache coeve, inizia con la narrazione del Diluvio. Il compilatore mostra di conoscere a fondo gli storici bizantini; egli fa uso specialmente di Giovanni Malalas e di Giorgio Hamartolus. L'estensore della "Cronaca" ebbe anche sicuramente la possibilità di consultare altre cronache, in lingua slava, oggi perdute. Molte leggende sono mescolate alla storia nella "Cronaca Nestoriana", il loro stile è talvolta così poetico da far pensare che si tratti di parti tratte da byliny (poemi epici in lingua slava) andati perduti. La parte più antica è ricca di queste leggende in mezzo alle quali sono collocati fatti storici come l'arrivo dei tre fratelli variaghi (Rurik, Sineus, Truvor ), la fondazione di Kiev, l'assassinio di Askold e Dir, la morte di Oleg, ucciso da un serpente nascosto nello scheletro del suo cavallo e la vendetta perseguita da Ol'ga, moglie di Igor' sui drevliani che avevano ucciso suo marito. Il resoconto dell'opera dei santi Cirillo e Metodio tra i popoli slavi è di grande interesse ed a Nestore dobbiamo anche la narrazione di come Vladimir il Santo soppresse a Kiev la fede in Perun e negli altri dei di origine slava. Come testimone oculare il cronista descrive solo i regni di Vsevolod e Sviatolpolk (1078 – 1112), ma afferma di aver raccolto molte informazioni dalle labbra di uomini anziani, due dei quali furono Giurata Rogovič di Novgorod, conoscitore del nord della Ruthenia, della Pečora e di altri luoghi, e di Jan, un uomo che morì all'età di novant'anni nel 1106 ed era figlio di Vistata, il voivoda di Jaroslavl', e nipote di Ostromir il Posadnik per il quale la cronaca era stata scritta. La lingua della Cronaca, come si ricava dal più antico manoscritto appena menzionato, è paleo-slava con molti russismi.
Fonte: Wikipedia
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