La Corsa all'Anello è una rievocazione storica medievale che si svolge a Narni dall'ultima settimana del mese di aprile alla seconda domenica di maggio, giorno della corsa. Tale rievocazione fonda sui festeggiamenti del patrono di Narni, Giovenale di Narni, e si festeggia il 3 maggio. Gli statuti della città di Narni, datati 1371, sanciscono definitivamente la nascita dei festeggiamenti per il santo patrono. Festeggiamenti che erano già parte del passato di Narni sotto forma di antichi riti e giochi. Per le vie della città, dal primo maggio, passava il banditore che annunciava l'inizio delle celebrazioni ludiche, sportive e religiose della festa. La notte del 2 maggio si teneva una processione solenne per le vie di Narni fino a giungere nella cattedrale dove i signori della zona, unitamente alle varie corporazioni, facevano la loro offerta al santo patrono. Adempiuti gli obblighi religiosi, il 3 maggio, dopo una solenne celebrazione religiosa, iniziava la parte ludica della festa in particolar modo attraverso le gare de "la Corsa del Palio" e de "la Corsa all'Anello" che vedevano coinvolti cavalli e cavalieri dei tre terzieri della città. La "Corsa del Palio", oggi indicata nel programma della rievocazione come "corsa all'anello storica", era una gara di velocità aperta a tutti che si correva nel centro della città ed il premio, un palio di seta, aveva un controvalore di tre libbre d'oro (circa 20 soldi cortonesi). La "Corsa all'Anello" era riservata ai soli cavalieri narnesi e consisteva nell'infilzare con una lancia, correndo al galoppo, un anello,tenuto sospeso da due fili sottili, del valore di circa 100 soldi cortonesi (circa 2 fiorini d'oro). Nel corso dei secoli i festeggiamenti si arricchirono di altri giochi quali la lotta tra il toro ed il bufalo, la quintana (altra gara equestre che consisteva nel colpire con la lancia, al galoppo, un bersaglio posto sul braccio sinistro del "Saraceno" detto anche "Moro"), delle commedie allestite dai giovani della città e di gesti di cortesia verso le donne di Narni offrendole la prima colazione. Come spiegato dallo storico narnese Bruno Marone nel dettagliato servizio televisivo di Fernando Cancedda del 1986 "Dieci giorni nel medioevo" per la rubrica della RAI "Bella Italia", i premi per i cavalieri (il Palio e l'Anello) erano a carico della comunità ebraica della città ed ammontavano a 4 fiorini d'oro (circa 208 soldi cortonesi) e se il vicario non avesse fatto applicare rigidamente questa norma sarebbe stato obbligato al pagamanto, di suo salario, di 10 fiorini d'oro (circa 520 soldi cortonesi). Il nome antico del bando era De palio currendo in festo Beati Juvenalis de mense Maij e si rifaceva a cap. IV e V statutorum illustrissimæ civitatis Narniæ
Questo il testo che il banditore legge, girando a cavallo per le vie della città, a viva voce:
« Madonne, Cavalieriet lo populo tucto.Dalla Civitade, et dallo Contado,advenite, allo terzo jorno de maggio,pè lo levar dello solealle riti, et alli giochi, in honoredello Sancto Petrone Juvenale.In leale tenzone scendano,nello campo delli giochi,li habil Cavalieri diMezule, Fraporta, Sancta Mariaper la conquista dello hambito Paliosimbolo de forza et de maestria,nello modo che,lo Terziere tucto dello vincitore,ne vanti gloria per l'anno intero.Che lo populo tucto esponga,dalle legge et dalle finestre,li simboli et li stendardi delli Terzieriet che millanta fochienalluminino le nocte,che et li monti et lo pianodello intorno della nostra Civitadevedano splendere novamentela superba NARNIA »
Nel 1948 e nel 1949 viene tentata, da un religioso dell'epoca, monsignor Mauro Maurizi,con l'aiuto di uno storico locale, la rievocazione della corsa in base agli statuti del 1371. Purtroppo di questa rievocazione restano soltanto alcune fotografie. Nel maggio del 1969 parte, invece, la prima edizione della Corsa all'anello che si protrarrà sino ai nostri giorni. La gara consiste, come già accennato, nell'infilare con la lancia un anello sospeso. Un dispositivo elettronico sgancia automaticamente l'anello avversario quando l'altro viene preso. La gara si svolge su un tracciato ellissoidale. Ogni terziere dispone di tre cavalli e di tre cavalieri ma a contendersi l'anello saranno solo due cavalieri alla volta, ciascuno per ciascun terziere. Al momento della partenza dagli stalli i cavalli sono trattenuti da uno stalliere a cui è fatto assoluto divieto di incitare il cavallo. La mancata osservanza di questa regola comporta una penalità di 15 punti. Si procede quindi ad eliminazione pertanto, per avere un vincitore, si dovranno compiere almeno tre tornate. I vincitori di ciascun gruppo di tornate concorreranno per il premio di "Miglior cavaliere in campo" disputando un'apposita gara. Il tracciato della pista è delimitato da bandiere che comportano penalità nel caso in cui vengano abbattute che ammontano a 5 punti se colpite dall'esterno e 15 se colpite dall'interno. Il cavaliere verrà eliminato se uscirà di pista, se gli dovesse cadere la lancia e se, a seguito di una caduta, si distaccherà dal cavallo. L'antico rito di ottenere in vittoria l'anello conquistato viene suggellato dal terziere vincitore tenendo in custodia, fino alla prossima edizione della corsa, l'anello d'argento. Il terziere vincitore avrà il diritto di aprire il corteo storico di ritorno alle sedi dei terzieri dopo la gara e quello serale dell'anno successivo. Come nel Medioevo la città di Narni è divisa in tre rioni, denominati terzieri, che prendono il loro nome in base alla parte di collocazione della città che contraddistinguono. Purtroppo, dalla prima edizione del 1969, un refuso storico ha portato all'assegnazione errata dei nomi di due dei tre terzieri e, anche se storicamente il fatto e l'errore sono ormai accertati, i nomi non sono stati scambiati.
Terziere di Mezule
Originariamente avrebbe dovuto chiamarsi Foraporta, presumibilmente "fuori dalle porte (della città)", in quanto comprende la zona di Narni che si trova sotto la Rocca appunto fuori dalle antiche porte.
Terziere di Fraporta
Originariamente avrebbe dovuto chiamarsi Mezule, presumibilmente "in mezzo alle porte (della città)" , in quanto comprende la parte centrale della città di Narni tra il Duomo e piazza dei Priori.
Terziere di Santa Maria
Questo terziere prende il nome dall'antica chiesa di Santa Maria Maggiore oggi, sconsacrata, di San Domenico e comprende il territorio da Santa Maria Impensole fino a porta Polella. Ogni terziere dispone di una propria scuderia, in cui si allenano i cavalieri e dove vengono mantenuti in forma i cavalli per la corsa; di una propria sartoria per la preparazione rigorosamente storica degli abiti per il grande corteo storico o per le rappresentazioni; di un gruppo storico che caratterizza il terziere; una o più "hostarie" ovvero taverne che riproducono quelle dell'epoca della festa e che rappresentano, di fatto, l'unica fonte di finanziamento per i terzieri.
Il sabato antecedente la corsa all'anello Narni si trasforma in un teatro medievale grande quanto la città. Un lungo corteo di circa 600 costumanti sfilerà per le vie illuminate da fiaccole e colorate dalle bandiere dei terzieri esposte alle finestre dai cittadini. In testa al corteo troveranno posto i musici, seguiti dalle "Magistrature Comunali" quindi da quelle "del Pontefice". Seguiranno i terzieri in base al risultato d'arrivo della corsa dell'anno precedente. Chiuderanno il corteo i vari gruppi storici: il gruppo "Arcieri Gattamelata", il gruppo di "Ballo del Corteggio", "Milites Narnia", gli "Sbandieratori di Narni", il gruppo di "Ballo La Carola" e la "Compagnia de li Giullari Gatteschi".
Fonte: Wikipedia
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