Il piccolo borgo di Castel Campanile è situato su una strada secondaria che, partendo da Palidoro, unisce la via Aurelia alla via Claudia Braccianese, una strada romana parallela della via Cassia-Francigena. Dell'abitato non rimangono che poche rovine, al punto che attualmente la località viene indicata come "Castellaccio". Il Tommasetti ne dà una descrizione, dicendo che "questo castello doveva essere fortissimo e grande, poiché occupava tutta l'estensione del banco [di trachite], come è dimostrato dagli avanzi delle torri e del muro di cinta. L'ingresso del castello doveva essere nel lato di sud-est, quasi all'estremità della spianata nel luogo pel quale appunto ora si arriva ad esso; è costruito parallelamente al castello e sui due lati sorgono due forti muraglie di quasi otto metri di altezza, in grandi parallelepipedi di trachite". Nel XV secolo il castello perse di importanza, forse a causa "della sua posizione su una strada divenuta secondaria che ne diminuiva l'importanza strategica". All'interno di Castel Campanile, i Cavalieri Templari possedevano la chiesa di San Lorenzo, come dimostrato dalle testimonianze raccolte durante il processo contro i Cavalieri Templari nello Stato della Chiesa: uno dei testimoni, il frate servente Gerardo da Piacenza, citando frate Alberto di Castell'Arquato, precettore di Castellaraldo, disse che questi aveva soggiornato nella chiesa di San Lorenzo di Castel Campanile appartenente all'Ordine del Tempio. Non risulta che in questa chiesa vennero affisse le citazioni del processo. Il Tommasetti fornisce altre informazioni circa questa chiesa, specificando che "all'estremità settentrionale del castello..., sul lato di sud-est, doveva sorgere la chiesa nel recinto del castello, ma naturalmente fuori della rocca, come in tutti i castelli feudali della campagna romana. Della chiesa non rimane nulla tranne la parte di un muro in parallelepipedi irregolari...". Dalla chiesa di San Lorenzo dipendeva probabilmente anche la tenuta agricola omonima, situata nei pressi di Castel Campanile, al confine con il territorio di Ceri. Come dice il Silvestrelli, "questo fondo non apparisce negli atti processuali. Ma per analogia cogli altri qui menzionati della casa di Santa Maria dell'Aventino deve ritenersi che anch'esso pervenne all'Ordine [di San Giovanni] dai Templari". La tenuta aveva una estensione di 70 rubbia seminabili (circa 129 ettari) e, nell'inventario giovannita del 1339, si dice che il fondo confinava per tre lati con i possedimenti di tale Giovanni Stefani e per il quarto con il territorio di Ceri.
Fonte: www.templaricavalieri.it
venerdì 3 agosto 2012
TENUTA TEMPLARE DI SAN LORENZO
11:55:00
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