È col progressivo crollo dell'Impero romano d'Occidente ed i sempre più frequenti contatti con le varie popolazioni barbariche che si avvia un cambiamento di rilievo, sempre più accentuato con l'inizio del Medio Evo: vede la luce una forma embrionale di processo di canonizzazione, operato dai vescovi che autorizzano la venerazione dopo una sommaria inchiesta e la redazione della Vita del santo, ovvero una sorta di biografia agiografica contenente i suoi miracoli. Si parla in questo periodo di "canonizzazione vescovile". È fino al X secolo che la liceità del culto era determinata dall'approvazione del vescovo: la canonizzazione vescovile risponde allo stimolo della vox populi.
È poi nel 993 che per la prima volta il prestigio del caso viene legato al sinodo romano e il 31 gennaio papa Giovanni XV canonizza solennemente sant'Ulrico di Augusta. La figura del santo comincia a delinearsi in maniera più indipendente e a differenziarsi da quella dei martiri e dei confessori dei primi secoli, visto dal credo popolare più come un intercessore di grazie divine che non un modello a cui aspirare: diventa sempre più forte il legame fra la figura del santo ed il miracolo, da un lato elemento essenziale per la sua canonizzazione, dall'altro via per il popolo per ottenere favori divini per superare le enormi difficoltà materiali del periodo. Per canonizzare un defunto è necessario un concilio o un sinodo dell'episcopato locale, ma a volte è lo stesso pontefice a partecipare, soprattutto per figure di rilievo e prestigio. Una prima forma di processo di canonizzazione si fissa in età carolingia, ma forse addirittura merovingia: requisiti fondamentali erano il miracolo o il martirio, la stesura della Vita, la presentazione all'autorità ecclesiastica competente e la successiva approvazione. Se Urbano II cominciò un processo di accentramento della questione, inserendo altri requisiti per la canonizzazione come le prove testimoniali, fu papa Alessandro III, nel XII secolo, che rivendicò a sé il potere di riconoscere una persona come santo al fine di mantenere un'uniformità di culto in tutta la Cristianità, inserendo definitivamente i processi di canonizzazione nelle causae maiores Ecclesiae. Tale norma fu poi confermata da Gregorio IX nel 1234, ed inserita successivamente nel Corpus Iuris Canonici. È opinione comune fra gli studiosi, che il primo processo di canonizzazione di cui ci siano pervenuti gli atti, sia quello relativo a Galgano da Chiusdino, cavaliere poi penitente eremita morto il 30 novembre 1181; il processo, indetto presumibilmente su richiesta del vescovo di Volterra, competente per territorio, da papa Lucio III si tenne nel 1185 (appena quattro anni dopo la morte di Galgano), ma non è certo se, al termine dell'indagine, vi sia stata una sentenza da parte del papa, o piuttosto la commissione pontificia non abbia decretato la canonizzazione del sant'uomo attraverso la cosiddetta jurisdictio delegata, con la quale l'autorità superiore, in questo caso il papa depositario del più alto potere di giurisdizione, trasferisce tale autorità ad una figura gerarchicamente subordinata. Nel XIV secolo, il Papa cominciò ad autorizzare il culto di alcuni santi solo in ambito locale prima che fosse completato il processo di canonizzazione. Tale pratica è all'origine della procedura di beatificazione, in cui una persona è detta beata ed è possibile il suo culto solo in ambiti ristretti (singole diocesi o famiglie religiose).
È poi nel 993 che per la prima volta il prestigio del caso viene legato al sinodo romano e il 31 gennaio papa Giovanni XV canonizza solennemente sant'Ulrico di Augusta. La figura del santo comincia a delinearsi in maniera più indipendente e a differenziarsi da quella dei martiri e dei confessori dei primi secoli, visto dal credo popolare più come un intercessore di grazie divine che non un modello a cui aspirare: diventa sempre più forte il legame fra la figura del santo ed il miracolo, da un lato elemento essenziale per la sua canonizzazione, dall'altro via per il popolo per ottenere favori divini per superare le enormi difficoltà materiali del periodo. Per canonizzare un defunto è necessario un concilio o un sinodo dell'episcopato locale, ma a volte è lo stesso pontefice a partecipare, soprattutto per figure di rilievo e prestigio. Una prima forma di processo di canonizzazione si fissa in età carolingia, ma forse addirittura merovingia: requisiti fondamentali erano il miracolo o il martirio, la stesura della Vita, la presentazione all'autorità ecclesiastica competente e la successiva approvazione. Se Urbano II cominciò un processo di accentramento della questione, inserendo altri requisiti per la canonizzazione come le prove testimoniali, fu papa Alessandro III, nel XII secolo, che rivendicò a sé il potere di riconoscere una persona come santo al fine di mantenere un'uniformità di culto in tutta la Cristianità, inserendo definitivamente i processi di canonizzazione nelle causae maiores Ecclesiae. Tale norma fu poi confermata da Gregorio IX nel 1234, ed inserita successivamente nel Corpus Iuris Canonici. È opinione comune fra gli studiosi, che il primo processo di canonizzazione di cui ci siano pervenuti gli atti, sia quello relativo a Galgano da Chiusdino, cavaliere poi penitente eremita morto il 30 novembre 1181; il processo, indetto presumibilmente su richiesta del vescovo di Volterra, competente per territorio, da papa Lucio III si tenne nel 1185 (appena quattro anni dopo la morte di Galgano), ma non è certo se, al termine dell'indagine, vi sia stata una sentenza da parte del papa, o piuttosto la commissione pontificia non abbia decretato la canonizzazione del sant'uomo attraverso la cosiddetta jurisdictio delegata, con la quale l'autorità superiore, in questo caso il papa depositario del più alto potere di giurisdizione, trasferisce tale autorità ad una figura gerarchicamente subordinata. Nel XIV secolo, il Papa cominciò ad autorizzare il culto di alcuni santi solo in ambito locale prima che fosse completato il processo di canonizzazione. Tale pratica è all'origine della procedura di beatificazione, in cui una persona è detta beata ed è possibile il suo culto solo in ambiti ristretti (singole diocesi o famiglie religiose).
Fonte: Wikipedia
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