La legge salica (Lex Salica, chiamato anche Pactus legis Salicae) è un codice fatto redigere da Clodoveo I re dei franchi (481-511) attorno al 510 riguardante la popolazione dei franchi Salii, così chiamati perché abitavano la regione prossima alla riva del fiume Sala (oggi IJssel, attraversa gli odierni Paesi Bassi). La Lex Salica è una delle prime raccolte di leggi dei regni latino-germanici, e il suo contenuto non è chiaramente ispirato né alla cultura cristiana né alla precedente cultura pagana. Essa fissa per iscritto norme giuridiche preesistenti, che sino ad allora erano state tramandate per via orale. Anche se probabilmente è successiva al Codex Euricianus e alla Lex Burgundionum, essa conserva con maggiore integrità caratteristiche tipiche del diritto delle tribù germaniche, perché, all'epoca della composizione, la romanizzazione dei Franchi non era ancora a uno stato avanzato. Gli articoli prendono in considerazione ogni possibile fattispecie, per le quali è prevista quasi sempre una pena in denaro (sempre se il colpevole era un uomo libero).
I non liberi, invece, venivano puniti con punizioni corporali, come la fustigazione, e in alcuni rari casi con la morte. Le pene sono differenti a seconda della persona del danneggiato. Per esempio l'omicidio di un non franco o di un romano era punito con una pena di 67,5 scellini, mentre per l'uccisione di un franco (libero) erano previsti 200 scellini. Un tratto quasi moderno è la previsione di pene anche per gli insulti (il reato che oggi sarebbe chiamato ingiuria), laddove la pena più elevata (45 scellini) è comminata per la parola "puttana". La prima applicazione nel Trecento fu dovuta a Filippo V che utilizzò questa legge per succedere sul trono di Francia a Giovanna II di Navarra figlia del fratello e re Luigi X: per applicare tale legge si dovette convocare l'assemblea degli stati generali nel 1317. Lo stesse fece poi il fratello Carlo IV quando, alla morte di Filippo, salì sul trono, benché il fratello avesse avuto delle figlie. L'applicazione della Lex Salica ebbe una particolare importanza nella disputa tra i Valois (francesi) e i Plantageneti (inglesi), sulla successione al trono di Francia dopo l'estinzione della dinastia capetingia diretta con Carlo IV: Filippo VI, il cui nonno paterno era re Filippo III basava le proprie pretese proprio sull'applicazione della Lex Salica, negando il diritto di successione a Edoardo III d'Inghilterra, figlio di Isabella, a sua volta figlia di Filippo IV; il sovrano inglese rispose dichiarando guerra a Filippo e dando il via alla guerra dei cent'anni. Tale circostanza è citata anche nell'Enrico V di Shakespeare (In terram salicam mulieres ne succedant). Si deve alla Legge Salica anche l'ascesa al trono di Francia di Enrico III di Navarra, della dinastia Borbone, ultimo ramo capetingio rimasto dopo l'estinzione di quello dei Valois. In questo senso "legge salica" è diventata sinonimo di legge per la successione al trono che esclude la discendenza femminile, al di là del riferimento al testo originale. È da notare che tali controversie sono in effetti assai complesse e hanno previsto, nel corso dei secoli e nei diversi stati, numerose varianti (ad esempio: le femmine ereditano solo in assenza di fratelli maschi, oppure le femmine non ereditano ma trasmettono il diritto all'eredità ai loro figli). Opposto alla legge salica è il maggiorascato (risalente all'epoca dei Franchi) dove tutti i beni del padre vengono concessi al figlio primogenito, o a chi ha maggiore età.
I non liberi, invece, venivano puniti con punizioni corporali, come la fustigazione, e in alcuni rari casi con la morte. Le pene sono differenti a seconda della persona del danneggiato. Per esempio l'omicidio di un non franco o di un romano era punito con una pena di 67,5 scellini, mentre per l'uccisione di un franco (libero) erano previsti 200 scellini. Un tratto quasi moderno è la previsione di pene anche per gli insulti (il reato che oggi sarebbe chiamato ingiuria), laddove la pena più elevata (45 scellini) è comminata per la parola "puttana". La prima applicazione nel Trecento fu dovuta a Filippo V che utilizzò questa legge per succedere sul trono di Francia a Giovanna II di Navarra figlia del fratello e re Luigi X: per applicare tale legge si dovette convocare l'assemblea degli stati generali nel 1317. Lo stesse fece poi il fratello Carlo IV quando, alla morte di Filippo, salì sul trono, benché il fratello avesse avuto delle figlie. L'applicazione della Lex Salica ebbe una particolare importanza nella disputa tra i Valois (francesi) e i Plantageneti (inglesi), sulla successione al trono di Francia dopo l'estinzione della dinastia capetingia diretta con Carlo IV: Filippo VI, il cui nonno paterno era re Filippo III basava le proprie pretese proprio sull'applicazione della Lex Salica, negando il diritto di successione a Edoardo III d'Inghilterra, figlio di Isabella, a sua volta figlia di Filippo IV; il sovrano inglese rispose dichiarando guerra a Filippo e dando il via alla guerra dei cent'anni. Tale circostanza è citata anche nell'Enrico V di Shakespeare (In terram salicam mulieres ne succedant). Si deve alla Legge Salica anche l'ascesa al trono di Francia di Enrico III di Navarra, della dinastia Borbone, ultimo ramo capetingio rimasto dopo l'estinzione di quello dei Valois. In questo senso "legge salica" è diventata sinonimo di legge per la successione al trono che esclude la discendenza femminile, al di là del riferimento al testo originale. È da notare che tali controversie sono in effetti assai complesse e hanno previsto, nel corso dei secoli e nei diversi stati, numerose varianti (ad esempio: le femmine ereditano solo in assenza di fratelli maschi, oppure le femmine non ereditano ma trasmettono il diritto all'eredità ai loro figli). Opposto alla legge salica è il maggiorascato (risalente all'epoca dei Franchi) dove tutti i beni del padre vengono concessi al figlio primogenito, o a chi ha maggiore età.
Fonte: Wikipedia
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