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sabato 31 marzo 2012

LA MAGIA NERA

Al centro della magia demoniaca c’è la fede nell’inarrestabile potere delle parole: i demoni non dovevano essere adorati, ma dominati e comandati. Il mago si erge al di sopra di Dio, chiede aiuto alle potenze diaboliche per i propri interessi. I demoni sono solo strumenti di potere. La magia nera è contro la Chiesa, opposta ad essa, è rovesciamento della fede cristiana. L’evocazione dei morti, ad esempio, avviene durante la notte di Natale; nel suo rito il magi china la testa verso terra e invoca i morti:

«Risorgano i morti e vengano a me!».

«Potenze infernali, voi che portate il turbamento in tutto l’universo, lasciate la vostra cupa dimora e andate di là dallo Stige!».

Uno dei testi base dell’evocazione demoniaca è attribuito a re Salomone: La chiave di re Salomone o Clavicula. Il libro comincia con un avvertimento ai possessori, perché non diffondano ciò che vi è contenuto a coloro che sono indegni. Poi ci sono gli elenchi delle influenze dei pianeti sui riti magici, le ore ed i giorni migliori per compiere opere di magia. Seguono istruzioni per la preparazione dei paramenti magici da usarsi durante la cerimonia (tunica, calzari, corona) e su come si fa il cerchio magico, indispensabile per proteggersi durante le evocazioni. Occorre che il mago si tuteli contro le possibili interferenze dei demoni recitando una speciale orazione.



A questo punto il mago è pronto per la formula evocatoria; gli spiriti evocati avranno forme straordinarie ed impressionanti, ma il mago non si perderà d'animo ed esporrà loro la sua richiesta, dopo di che gli spiriti verranno congedati ed il mago potrà uscire senza pericolo dal cerchio.
Per proteggersi e per convincere più prontamente gli spiriti, l'operatore fabbricherà dei Pentacoli, figure magiche che incutono terrore ai demoni e li convincono ad obbedire al mago. Gli spiriti da evocare sono diversi a seconda delle richieste; la Clavicula riporta formule che permettono di portare alla luce tesori nascosti, separare gli amanti, annientare i nemici, conquistare l'amore, fare carriera, compiere incantesimi, volare magicamente, rendersi invisibili e conoscere cose nascoste. Il mago, segnato il circolo magico come nella Clavicula, disegnerà in più un triangolo fuori dal circolo, con nomi magici; altre figure magiche vanno tracciate all'interno del cerchio. Quando il mago è pronto, pronuncia la formula di evocazione e lo spirito compare all'interno del triangolo. Il mago mostra allo spirito un pentacolo e gli comanda di fare qualcosa; alla fine congeda lo spirito. Va ricordato che il congedo è molto importante per evitare al mago danni gravissimi. Gli spiriti appaiono sempre, perché il mago conosce il segreto dei loro sigilli. Nei testi magici si elencano più di settantadue demoni che possono essere invocati, diciotto dei quali sono re, ventisei duchi, gli altri marchesi, presidenti e conti; quattro demoni hanno un titolo doppio. Bisogna fare molta attenzione ai titoli: la gerarchia infernale va seguita con scrupolo, perché i diavoli tengono moltissimo alle loro qualifiche. Negli atti del processo a Bonifacio VIII, di cui si è già detto, si dice:

«Il testimone vide il signor Benedetto uscire in un giardino adiacente al palazzo, disegnare un cerchio con la spada, mettersi al centro, tirar fuori un gallo, ucciderlo e gettare il sangue sul fuoco. Dalla miscela di sangue e fuoco uscì un gran fumo mentre il signor Benedetto leggeva un libro e evocava i demoni» (Dagli atti del processo postumo a Bonifacio VIII, 1310-1311).

Il demone viene evocato per conoscere il futuro o per fare del male agli altri, attraverso un rituale preciso. Dopo l’elezione a papa di Celestino V, ad esempio, secondo i testimoni del processo postumo, Bonifacio, in collera, si chiuse nelle sue stanze. Mentre la stanza si riempiva di fumo, i suoi servi lo sentirono gridare: «Perché mi hai ingannato?», e una triplice voce rispose: «Questa volta era impossibile, il tuo papato deve venire da noi, tu non devi essere un papa vero, legale. Arriverà presto».

Seppure si tratti di false accuse, in un processo schiettamente politico (Filippo il Bello aveva bisogno che la bolla papale della sua scomunica, emessa da Bonifacio, fosse revocata e il successore di Bonifacio, Clemente V, era un pupazzo nelle sue anni), illustrano bene quanto fosse popolare la magia e soprattutto la geotia presso le classi sociali più alte.

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