Fusteum ofustanium ? La differenza sembra poca, ma su di essa si gioca una teoria che ha fatto sognare molti: la Sindone di Torino risalirebbe all’epoca in cui visse e morì Gesù Cristo. L’aveva riassunta Barbara Frale in un libro fortunatissimo dal titolo inequivolcabile ( La Sindone di Gesù Nazareno , edito dal Mulino), fornendo ogni genere di argomenti che suonavano come prove irrefutabili. Uno poi era decisivo: il passaggio cioè del lenzuolo tra le mani dei Templari, l’ordine monastico cavalleresco fondato in Terrasanta e distrutto dal re di Francia a furia di roghi. Sarebbe testimoniato, secondo la storica, da vari interrogatori: ma in particolare da uno, in cui uno sventurato templare confessava agli inquisitori di aver adorato una stoffa, un fustanium . Ora però un altro storico, Andrea Nicolotti, torinese, in un volume pubblicato da Salerno ( I Templari e la Sindone, storia di un falso ) smonta la ricostruzione della Frale, che era riuscita a collegare in modo assai affascinante la storia europea della Sindone a partire dal XIV secolo e la sua preistoria bizantina. In particolare esibisce una bella, chiarissima foto, del misterioso documento. Non c’è scritto «signum fustanium», ma «signum fusteum»: che per Nicolotti significa inequivocabilmente «un’immagine di legno». Sottigliezze latine?
Fonte: LaStampa.it
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